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Conferenza Rivoluzione liberale
Barletta Amedeo - 1 giugno 1999
E qui iniziano i guai. Si entra in cortocircuito perchè ogni discussione
diviene inutile. Loro hanno così due tavoli sui quale giocare: quello dei

diritti naturali individuali assoluti e inviolabili (che di solito si riduce

al non essere tassati) e quello del diritto del popolo secedendo o seceduto:

di volta in volta, a seconda della necessità del gioco, prevale l'uno o

l'altro.

La concezione della proprietà di Rothbard si presta a tale gioco; infatti,

tra un piccolo stato e una grande proprietà non c'è grande differenza,

sicchè autoritarismo del sovrano e diritti del proprietario facilmente si

confondono.

E' emerso infatti che per loro il nemico non è il potere autoritario,

comunque si travesta, ma "lo Stato moderno": da qui le continue difese del

sistema feudale (perchè "contrattuale": figuriamoci) o di stati postmoderni

come la Padania, che sarà sempre uno Stato... però più piccolo, quindi quasi

una proprietà!

Siamo in pieno ridicolo, in piena ignoranza.

Si confonde il diritto di proprietà, che è un fatto economico e produttivo,

fondato sullo scambio di utilità (si pensi alla scuola dei Property Rights),

con il dominio burocratico del parassita e dello sfruttatore.

In questo quadro (nel quale il proprietario sovrano può far tutto, anche

affidare i consimili a missili intergalattici), i diritti fondamentali

dell'individuo vanno a farsi benedire, dato che il gruppo in questione è più

propenso a sottolineare i poteri escludenti del proprietario, rispetto a

quelli di inclusione, che pure in teoria gli vengono riconosciuti.

Altro che "libertari", qui si fanno decisi passi indietro rispetto al più

tenue liberalismo.

Sintomatiche alcune discussioni, come quella sui diritti dell'omosessuale, o

più in generale, sul diritto di condurre determinati stili di vita. Oppure

sulle città private o sull'immigrazione. Non c'è spazio qui per descrivere

tutte le acrobazie alle quali sono costretti e tutte le contraddizioni in

cui incorrono sedicenti libertari, nonchè sedicenti

anarchici-individualisti, per poter legittimare il fatto che in una città

privata possano essere esclusi gli omosessuali!

Loro dicono: ognuno è libero di non ammettere chi vuole. E non si accorgono

che così non solo riproducono pari pari lo Stato solo più piccolo (è ovvio

infatti che in città private di 100.000 abitanti si deciderà a maggioranza,

ci sarà una classe dirigente, etc.),á ma addirittura, in nome

dell'assolutezza dei diritti di proprietà, ne fanno degli staterelli

iperautoritari, in cui la maggioranza (ossia la classe dirigente) non trova

nemmeno i più banali vincoli costituzionali, il più elementare habeas

corpus.

Più che di anarco-capitalismo, tale combinazione di poteri assoluti,

comunità locali e nazioni "per consenso" fa pensare a una sorta di

anarco-fascismo su base mistica. E ciò anche per la rilevanza attribuita al

dato del "territorio" (e dire che se c'è una cosa bella

dell'anarco-capitalismo è avere scisso l'idea di diritto da quella di

territorio), che implica, con Carl Schmitt, l'idea stessa di sovranità.

Del tutto assurda, poi, la posizione sulla guerra nel Kossovo. Premetto di

non essere un entusiasta dell'intervento NATO per come si è via via

sviluppato. Tuttavia, la proposta che ci viene offerta in alternativa è

il... laissez-faire. I Kossovari hanno ovviamente diritto di difendersi, ma

non pretendano che io, "con le mie tasse", sia costretto ad intervenire in

loro difesa. Loro a parole sono contro Milosevic, ma teorizzano la necessità

libertaria di "stare a guardare", perchè noi non siamo i diretti aggrediti.

Infatti, dicono, il libertarismo ammette solo la legittima difesa in base a

un individualismo metodologico esasperato. Io ho fatto notare che, così

ragionando, in base a siffatti principi libertari uno non potrebbe

praticamente mai difendersi in guerra. Uno potrebbe difendersi solo dopo

essere stato colpito personalmente. L'istituto dello stato di necessità è

totalmente ignorato (Rothbard è quello che diceva che è "illegittimo"

impadronirsi di una scialuppa per salvarsi la vita, se non si è prima

acquisito il permesso del proprietario).

Tutto ciò detto (ed è solo un piccolo assaggio), che fare?

Vi sono altri libertari, non pochissimi, che hanno idee diverse. Libertari

coerenti, anche anarchici (come il sottoscritto) che credono che il mercato

sia l'unico ambiente nel quale l'anarchia possa essere concepita, ma che non

sono disposti a cedere al dogmatismo e al fanatismo. "Anarco-capitalisti"

(come il sottoscritto) che credono che il mercato sia sede di scambio e di

socialità, e anzi -come dice ancora Riccardo LaConca- che il mercato sia

anche il sistema più democratico di decisione pubblica.

Libertari per i quali una decisione collettiva non cessa di essere

illiberale perchè etichettata "privata": libertari per i quali occorre

difendere il libero uso del nostro corpo non solo nei confronti dello Stato,

ma anche nei confronti del... condominio (e vorrei vedere...).

Esistono altri che la pensano come noi?

 
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