Da un lancio dell'agenzia ANSA delle ore 16.28ROMA, 1 GIUGNO- Un antico proverbio dice che la notte porta consiglio. Ma questo non e' accaduto ad Antonio Di Pietro e a Bruno Vespa. Ieri l' ex pm ha abbandonato ''Porta a Porta'' protestando per i ''metodi'' adottati dal conduttore. Oggi
intervistato da ''RDS'' Antonio Di Pietro ha spiegato le ragioni del suo gesto: ''noi dobbiamo ribellarci a questo modo di fare informazione, a questo modo di utilizzare a uso e consumo proprio l' informazione pubblica per la quale paghiamo anche il
canone. Non e' possibile che vengano chiamati sette o otto leader di partito per fare le marionette appresso a un conduttore che fa quello che gli pare e piace, invece di dare la possibilita' a noi politici di spiegare ai cittadini chi siamo, perche' chiediamo il voto, cosa vogliamo fare per l' Europa. Vespa e' li' a fare semplicemente il principe e tutti noi i nanetti dietro di lui a riempire di vuoto il nulla''.
Sempre su RDS Bruno Vespa fa notare che ''le altre sei persone ieri sono rimaste compostamente fino alla fine''. ''Nessuno - aggiunge Vespa - obbliga il sen. Di Pietro a partecipare a 'Porta a Porta' e quindi eviteremo, a meno che non ce lo chieda,
di disturbarlo in futuro. Il sen. Di Pietro ha poca esperienza di televisione e quindi confonde i programmi di informazione con le tribune politiche. Le trasmissioni giornalistiche sono legate al fatto del giorno e 'Porta a Porta' ha parlato di
riforme istituzionali, guerra, terrorismo e lavoro.
''Se il senatore non e' interessato a questi temi, benissimo -dice Vespa- non lo disturberemo piu'. Le tribune politiche, invece, sono fatte perche' tutti i candidati possano dire agli elettori qual e' il loro programma''.
''Vorrei che i giornalisti Rai, soprattutto quelli piu' importanti e piu' bravi, come Bruno Vespa, capissero che il servizio pubblico non puo' essere una cosa personale, privata''. Lo sostiene il presidente della Vigilanza Rai Francesco Storace, che cita anche un dossier che gli ha inviato Emma Bonino, relativo all'esclusione da ''Porta a porta'' di Marco Pannella.
''Si possono e si debbono contestare affermazioni dei politici quando non vanno bene - continua Storace - ma questo non significa non invitarli piu' ad andare in televisione. Stimo Vespa ed e' persona seria ma che non si possa considerare
Pannella il numero uno dei Radicali, come risulta dalle lettere che mi sono state inviate, mi sembra veramente grossa. Da quanto ho appreso il problema era che la Bonino non poteva andare in trasmissione e aveva chiesto di poter mandare Pannella. Dalle lettere inviate Vespa dice 'no, a noi interessano numeri uno e i numeri due vanno in collegamento da fuori'. Mi pare che in questo caso - conclude Storace - si possa parlare di antipatia personale, cosi' come non si puo' dire a Di Pietro 'se non ti
piace non ci venire piu'''.