Nel settembre (o novembre) 1995, quando Marco fu ricoverato in ospedale per i rischi dello sciopero della sete iniziato, venni chiamato da Radio radicale per un filo diretto di un paio di ore, da iniziare alle ventitré e trenta. La trasmissione si interruppe a mezzanotte per la lettura dei giornali. Ma il direttore mi chiamò fuori dallo studio e così all'impiedi, in corridoio, mi comunicò che mi aveva esonerato dal proseguire, perché non ero "in linea". Nessun tentativo, quanto meno, per vedere di farmi correggere gli eventuali errori commessi. Nulla: aveva già telefonato a Rita Bernardini perché corresse a sostituirmi alla ripresa. Io, all'epoca, ero cosegretario del Partito. In radio avevo fatto decine e decine di ore, per lustri... Rimasi esterrefatto. Tornai a casa a piedi, non riuscii ad addormentarmi. Nessuna spiegazione mi è stata mai data, né ho avuto una parola di rammarico, se non di scuse.
Mi sento tirato per i capelli a rievocare l'episodio, ma non sono ancora riuscito a dimenticare la (come altro dire?) umiliazione subìta. Non riesco più ad avere con R. radicale i rapporti di prima. Laura è stata più fortunata.