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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 10 giugno 1999
ELEZIONI: UNA PULCE NELL'ORECCHIO

Da IL CORRIERE DELLA SERA, giovedi' 10 giugno 1999

La Stanza di Montanelli, pag. 41

Caro Montanelli,

Come sapra', quando mi e' stata comunicata la sua adesione al Comitato che mi voleva alla Presidenza della Repubblica, pur colpita da quella piacevolissima sorpresa, scelsi, per cosi' dire, la "politica della discrezione": in altre parole, conoscendola, e - se permette - conoscendomi, decisi di non disturbarla.

Quando pero' ho letto le sue dichiarazioni di perplessita' e delusione rispetto a questa campagna elettorale, francamente mi sono proprio detta che non potevo fare a meno di scriverle, e per una ragione molto semplice. Quello che lei dice e' esattamente cio' di cui, letteralmente sgolandomi, sto da mesi cercando di convincere un po' tutti: le forze politiche e i mezzi d'informazione, (quasi) nessuno escluso, stanno riducendo questa campagna elettorale per le Europee a una mediocre conta tutta italiana, all'ennesima prova di una politica introvertita, ripiegata su se stessa, molto piu' attenta alle prospettive di "sorpassi" o "rimpasti" che non alla costruzione di un'Europa all'altezza dei disegni e delle speranze di Spinelli, Monnet, Adenauer, Schuman e De Gasperi.

Anche e soprattutto per questo, caro Montanelli, la invito a ritornare sulla sua scelta di non voto, e a fare, questa volta, la "ragionevole follia" di darci una mano, di darla a me e a Marco Pannella, dandola cosi' - credo - ai pochi, se non ai soli, che hanno sostenuto non solo con le parole, ma con i fatti, le ragioni che lei ha amaramente, ma quanto giustamente, espresso in questi giorni.

Emma Bonino

Cara signora Bonino,

Io sono pieno di ammirazione per lei, per l'indomita energia con cui si batte per quella che le sembra la buona Causa, e che quasi sempre lo e' (il quasi e' puramente precauzionale), per la resistenza delle sue corde vocali: ed e' per questo che avevo aderito al Comitato per la sua elezione alla Presidenza della Repubblica a pari merito con altri due candidati che me ne sembravano, e me ne sembrano, del tutto degni: Ciampi e Tullia Zevi. Ma lei ora deve contraccambiare questa ammirazione con altrettanta comprensione per i miei anni e per la stanchezza procuratami dalle delusioni di cui la mia vita professionale e' costellata.

Non oso contare le battaglie che ho perduto, o che ho vinto quando nessuno piu' si ricordava che a combatterle ero stato io. E fra di esse c'e' stata anche quella per l'Europa, ma per l'Europa, come lei giustamente ricorda, degli Spinelli, dei Monnet, degli Adenauer, degli Schuman e dei De Gasperi. Per quella che l'attuale nostra classe politica vuole adibire a pretesto di una conta fra le loro forze, e per stabilire non cosa l'Italia deve fare in Europa e quali sono gli uomini piu' indicati a rappresentarvela, ma se la maggioranza di centro-sinistra e' ancora tale, e se al governo deve restarci D'Alema o andarci Berlusconi, e se al posto della Jervolino deve restarci la Jervolino o andarci Casini, insomma se si debba o non si debba rimescolare gl'ingredienti del minestrone nazionale; io per questo ballo in maschera di un'Europa che serve solo di pretesto all'apertura o chiusura di conti di poltrone e di posti di potere, non sono piu' disposto a scomodarmi.

So benissimo che lei con questa carnevalata non ha nulla a che fare: lo ha dimostrato in anni e anni di onesto e appassionato lavoro negli organismi comunitari, dove finalmente ci sono stati almeno due italiani (lei e Monti) che hanno riqualificato il nostro malfamatissimo nome. Che il Signore (o Chi per lui) vi dia la forza di continuare a farlo. E lei mi rispondera' - ne sono sicuro - che questa forza debbono contribuire a darvela anche i comuni mortali che possono suscitare un certo consenso. Be', non le sono affatto grato di mettermi questa pulce nell'orecchio perche' anche di pulci sono stanco. Ma, visto che all'apertura delle urne mancano ancora un paio di giorni, cerchero' di metterli a profitto riflettendoci, e magari preparandomi a una ennesima delusione.

Mi saluti Pannella e gli dica che, malgrado tutto (ed e' un tutto traboccante di cose), confermo cio' che ho sempre detto di lui e della sua armata brancaleone: "Dai radicali si puo' dissentire su quasi tutto, ma odorano di bucato". Qualche volta, se lo avessi avuto a portata di mano, lo avrei strozzato. Ma poi lo avrei proposto per la nomina a "Senatore a morte". Di qui a domenica, ci ripensero'. Di piu', non posso prometterle.*

 
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