"Signor Direttore - Mi lasci dire qualcosa (come ascoltatore, non come collaboratore di Radio Radicale) sull'affaire Cesaretti. Se lei queste righe le pubblica, so quali reazioni potranno venirne: gia' una volta ho messo i piedacci nel piatto di Radio Radicale, e ne e' venuto un casino. Ma sai che mi frega. Bene, Laura teneva un'ottima rassegna stampa. Non le sfuggiva un Panebianco, uno Scalfari (ne' mai mai mai un Ferrara), ed eri sicuro, a seguirla, di non perderti nulla di cio' "che conta". Faceva, in questo senso, un ottimo lavoro. Con una bella voce, peraltro, e con punte di inaspettato (sempre donna e') umorismo. Ma "Stampa e Regime" e' un'altra cosa. O almeno: io mi aspetto che sia un'altra cosa. Ora se tu (ma sistematicamente), non dai conto di cio' che la stampa di regime avrebbe potuto/dovuto riportare; se (ancora sistematicamente) ometti di dare conto di certe eccezionalità (un articolo di Pannella, per esempio); se non ti viene di cercare gli elementi di contrasto, di opposizione, di contraddizio
ne rispetto al concerto comune, allora tu lavori magari bene, benissimo, e gli ascoltatori che ti seguono sono magari molti (come capita a Vespa, a Costanzo): ma non fai "Stampa e Regime", fai una buona rassegna stampa di regime, che e' un'altra cosa. E mica sei necessariamente in mala fede: "sei" regime. E sarà anche vero (come dice lei, Ferrara) che il regime sono gli italiani. Ma non tutti. Insomma io posso sbagliare, posso vedere sbagliato, questo si. Ma che io veda diverso mi deve essere riconosciuto."
Risposta alla lettera:
"Sbagliare va bene, ma il riferimento sghembo a Ferrara ha un tono piuttosto volgare. Lettera scadente." - (simbolo Ippopotamo).