Oggi a Firenze si vota anche per le amministrative. Decido che di comune, provincia e quartiere me ne puo' fregar di meno. Mi reco quindi al mio seggio e chiedo di ritirare la scheda per le elezioni europee e solo quella. Il presidente, cortesemente, mi fa presente che tale opzione non e' contemplata dalle leggi e che dovrei ritirare tutte e 4 le schede. Insisto. Discutiamo. Il seggio salomonicamente si divide: due scrutatori sono per farmi votare, gli altri due no. Il presidente della mia sezione fa allora un giro di consultazione tra gli altri presidenti di seggio nella scuola. Nessuna risposta certa, tante interpretazioni. Chi dice "si puo', e' ovvio!" chi invece si batte stranuamente per l'unitarieta' del voto. L'accademica discussione, con citazioni di Mortati, Barile e altri "luminari", non illumina. Dura circa mezzora senza arrivare a nessuna conclusione certa. Il presidente, ormai preoccupato, mi invita gentilmente a tornare nel primo pomeriggio per poter fare le dovute telefonate tecniche alla Prefe
ttura e all'Ufficio Elettorale del Comune. Rispondo di si: tanto il seggio e' proprio sotto casa!
Alle 14 ritorno al seggio. Nessun problema. Mi consegnano la scheda viola per le europee. Tanti cittadini in altri seggi fiorentini, mi dice il presidente, hanno chiesto lo stesso. In Prefettura non sanno pero' come comportarsi. Il Comune di Firenze - mi confessa con un po' di complicita' il buon presidente, ormai tranquillo per l'ottenuta soluzione - ha trovato il compromesso: si assume - testuale - la responsabilita' di consentire, pur in assenza di circolari o leggi a riguardo, la facolta' di ritirare solo una, o alcune, delle quattro schede.
(Artista e' soltanto chi sa fare della soluzione un'enigma)