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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 14 giugno 1999
EMMA, I FURORI DI UN'ITALIANA CONTRO
Da IL CORRIERE DELLA SERA, lunedi' 14 giugno 1999, prima pagina

di FRANCESCO MERLO

Su di lei si sono divertiti tutti gli arguti d'Italia perche' il motto di spirito e' un atto mancato, un esercizio di delegittimazione, la maniera peggiore di trattare l'avversario. Cosi' Andreotti che la definiva "meta' Giovanna d'Arco e meta' Vispa Teresa" e cosi' anche Pertini che le regalava stecche di cioccolata e che la battezzo' "la monella", forse in onore alla scaltra saggezza del piccolo eroe di Chaplin.

Ancora adesso, anche se con meno efficacia, Fini e Veltroni, Berlusconi e Prodi cercano l'arguzia per ricacciare la Bonino in una regione sconosciuta alla politica, miscelano elogi e sberleffi pur di non prenderla mai sul serio. Una volta il ministro Adolfo Sarti la incrocio' in Transatlantico: "Sai che ti dico, Bonino? Che oggi sei piuttosto belloccia".

E lei: "Sai che ti dico, Sarti? Che oggi sei piuttosto stronzo". Sono esercizi lessicali che allora come adesso servono a scansare il problema Bonino, a esorcizzare la maniera radicale di fare politica impegnando tutti se stessi, a volte rischiando persino la vita. Sono gli stessi esercizi di chi dice che la Bonino raccoglie i frutti della campagna per il Quirinale come se si trattasse di un furto, di una truffa, di una manovra di palazzo o di un ribaltone. Ed e' ancora un espediente scrivere che in realta' la Bonino non esiste, che e' solo un'emanazione di Pannella, una sua appendice, una sua faccia minore.

Emma Bonino appartiene a Marco Pannella come un cuore appartiene al corpo o un'espressione al volto. Percio' la lista che oggi porta il suo nome, la lista delle sorprese, e' ancora la lista di Marco Pannella, la lista radicale, quella di sempre, la lista che, da piu' di venti anni, ad ogni elezione gli avversari danno per spacciata, la lista che viene ciclicamente imbalsamata e commemorata con tipiche esclamazioni come questa: "Peccato che i radicali non siano piu' quelli del divorzio e dell'aborto". E forse e' vero che i radicali hanno avuto un'esistenza "depravata" e avventurosa, ma se oggi il loro colorito e' nuovamente florido e' perche' in politica non e' la vita sobria e regolata a produrre una bella vecchiaia.

Emma Bonino, che ha compiuto cinquant'anni il 9 marzo scorso, e' diventata il "miglior commissario europeo" come hanno scritto tutti i grandi giornali anglosassoni, ha vinto i piu' prestigiosi premi internazionali e ha persino dato il suo nome ad una strada ("via Emma Bonino") alle Canarie. Eppure in Italia le sue sono sempre e ancora solo "monellerie": tanto la sua fragorosa candidatura al Quirinale, quanto le sue battaglie di commissaria alla Pesca e agli Aiuti umanitari che sono state raccontate come fossero le avventure di una moderna Tarzan: Emma che si cala con l'elicottero nella giungla avvelenata, Emma tra mitra puntati, tra malati inguaribili e contagiosi, tra violenze integraliste, Emma minacciata e imprigionata, Emma contro le frodi alimentari, Emma che ha il nome della Bovary ma che ne e' tutto il contrario. Altro che sorpresa. E' proprio la Bonino di sempre, verrebbe da dire. Quella che divenne radicale come si diventa pazzi furiosi, lanciandosi all'assalto del mondo.

Avvenne trent'anni fa. La Bonino era una studentessa universitaria apolitica, odiava le manifestazioni e l'impegno quando le accadde un incidente d'amore: "Quando ci si innamora", sostiene, "si sentono campanelli, campanacci, violini". Ma quella musica la porto' all'aborto clandestino: un milione tondo di allora. Percio' si fece radicale, percio' divenne pannelliana: "E' a mia madre e a Pannella che devo di piu'. Lui mi ha insegnato a fare e a pagare in prima persona per le cose che si pretendono dagli altri". L'aborto, la fame nel mondo, il coraggio negli anni del terrorismo, le veglie, le manifestazioni, persino un mese in galera a Firenze, gli eccessi e il folklore, l'intelligenza e la petulanza dei radicali, vent'anni di Parlamento italiano, e infine la Commissione europea, con quell'incarico sulla Pesca che ebbe un esordio ormai famoso in tutto il mondo: "Tra i pescatori e i pesci io scelgo i pesci". Piu' che una dichiarazione politica sembro' una riedizione della poesia che Prevert dedico' alla pesca m

iracolosa di Cristo: "Pesci, amici amati / amanti di coloro che furono pescati in si' gran copia. / Pesce, pescetto, pescione / come hai dovuto ridere il giorno della Crocifissione".

Piccola e magrissima, Emma fuma mille sigarette e ha qualcosa di teso, di convulso, come una promessa di cadute, di frane, di valanghe. E ogni volta che nei comizi fa danzare le parole radicali, quelle che Pannella ha inventato per tutti, anche per lei, si direbbe che il suo corpo di giovane cinquantenne si contragga ancora di piu', come per effetto di una sostanza astringente... Mai sposata, sempre innamorata, una barchetta, due figlie adottive, una mamma vecchissima che si scandalizza ancora quando Emma fuma lo spinello, una laurea alla Bocconi, tre lingue, Bonino e' un modello femminile antiitaliano. Non e' bigotta, non passa la vita in cucina, non brilla per trucchi e belletti, e' una donna sapiens in un Paese che in politica premia le donne piu' retoriche o le piu' carine e ogni tanto promuove pure un'arrivista vuota. Insomma, tra tanti fili d'acqua tiepida Emma Bonino e' un maremoto. Percio', comunque la si pensi, diciamo "bentornati" ai radicali. E' un ritorno della passione, della tensione, dei nervi

, e' la politica che torna a farsi carne e sangue. E' Astolfo che torna dalla Luna.

 
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