1) Ciò che sta accadendo sui mezzi di comunicazione negli ultimi cinque giorni sgombra finalmente il campo da una tesi ripetuta ossessivamente all'interno dell'area radicale, che personalmente non ho mai condiviso, e cioé l'idea di un disegno deliberato volto ad escludere il soggetto radicale dall'informazione (quante discussioni anche in questa conferenza su questo tema!). In realtà, l'esclusione derivava semplicemente dal fatto che la forza politica radicale era quantitativamente limitata e non poteva incidere nel gioco politico. Appena ha assunto una dimensione tale da conferirle un ruolo potenzialmente decisivo negli equilibri politici italiani, tutti i media e tutto il mondo politico si sono interessate a lei. Che sia chiaro: non sto sostenendo che questo atteggiamento sia corretto (il servizio pubblico, ad esempio, dovrebbe informare sulle varie forze politiche indipendentemente dalla loro consistenza quantitativa), sto solo dicendo che non esisteva alcun complotto per annichilire la cultura e la storia radicale; è solo cialtroneria e superficialità, che può colpire, e ha colpito, altre forze politiche così come ha colpito noi.
2) Dopo essermi studiato con attenzione la natura del voto alla Lista Bonino mi sono convinto che, alle prossime elezioni politiche (quelle mi interessano) non sarà affatto agevole conservare il risultato conseguito il 13 giugno. Infatti, i consensi sono trasversali (considerando che un 2% è lo zoccolo duro radicale, l'altro 6,5% può essere ripartito così: il 4% proveniente da elettori di orientamento FI, AN, Lega, il 2,5% da elettori di centro-sinistra). Qualsiasi scelta di alleanza con uno dei due poli farebbe perdere il consenso degli elettori di orientamento opposto. Naturalmente le iniziative politiche di Bonino e Pannella nei prossimi mesi potranno consolidare o accrescere i consensi, ma il fatto è che il nostro elettorato è quasi totalmente di opinione, e dunque la probabilità che nel voto europeo si sia sentito "in libera uscita" è molto alta. Insomma, se alla prossime consultazioni si ottenesse il 6,5-7% mi riterrei comunque soddisfatto: in quel caso ci si confermerebbe come una forza importante e n
on provvisoria nel panorama politico italiano. E qualsiasi iniziativa potrebbe avere quel respiro strategico derivante dalla consapevolezza, propria e altrui, di un forte potere contrattuale.