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Partito Radicale Roma - 24 giugno 1999
MA LA BONINO E' DI DESTRA O DI SINISTRA?

Né di qua né di là: una strategia molto difficile da difendere. Anche perché tutti s'affannano a corteggiarla. E a cercare di capirla: dai polisti ai Ds, dagli storici agli scrittori, ai cattolici militanti. Convinti come sono che il quotidiano "Le Monde" abbia fatto centro definendola la stella della "Droite libertaire"...

Da Sette del Corriere della Sera (pag. 40-43), giovedì 24 giugno 1999

Di Maria Latella

Ma Emma Bonino è di destra o di sinistra? Magari in queste ore la scelta è stata fatta, ma Le Monde, dovendo assegnarla a una parte, subito dopo le elezioni ha operato una sintesi tra la Bonino libertaria e la Bonino commissaria Ue per volontà di Berlusconi: accanto al marchio Lista Bonino, il quotidiano francese ha messo, tra parentesi, "Droite libertaire". Lì la collocherebbero volentieri anche l'amico radicale Marco Taradash, Antonio Martino e Alfredo Biondi che addirittura la reclamano alla guida del Polo, suscitando le piccate reazioni del Cavaliere, sinceramente stupito del fatto che qualcuno abbia già rimosso il suo personale successo.

Futura leader del Polo o no, la sorpresa Bonino farà discutere ancora per molto. Anche per l'accurata strategia messa in atto da Marco Pannella, il quale, subito dopo il 13 giugno, ha ribadito: "Stiamo con chi appoggia i referendum". Una posizione che paga. Lo storico socialista Luciano Cafagna non ha dubbi, per lui la Bonino è trasversale, "rappresenta il liberalismo sanguigno. Dovessi scegliere tra il liberalismo di Berlusconi e quello della Bonino, sceglierei quest'ultimo. Il Cavaliere è sempre pronto al patteggiamento, lei no". L'astuta scelta di Pannella, dunque, funziona, ma per alcuni è troppo astuta per essere autentica.

Né di qua né di là? Anche D'Alema, in qualche modo, cerca di accreditarla, definendo "brillante" il suo successo elettorale, riconoscendole una forte capacità di rinnovare il panorama politico. En passant, D'Alema ha ricordato che lui lo sapeva da prima: mica per niente, a ottobre, le aveva offerto un ministero.

La tattica pannellian-boniniana del "né di qua né di là" appare invece particolarmente scoperta a chi, come lo scrittore Ruggero Guarini, non crede all'alternativa Bonino a sinistra: "D'Alema inorridirebbe di fronte ai referendum di Pannella, c'è pure quello per l'abolizione del finanziamento coatto dei sindacati, ci pensate? La medesima lista, invece, troverebbe nel Cavaliere un amatore prontissimo", ha scritto sul Giornale. E precisa: "Pannella è un furbacchione, gioca sull'equivoco, ma se è vero che la Bonino è stata votata anche da gente di sinistra, il suo posto è nel Polo. Da non politologo, vorrei darle un consiglio: dimentichi gli omosessuali e l'aborto, dimentichi il suo passato remoto, che creerebbe soltanto problemi a Berlusconi. Resti sul terreno dell'economia e la sua statura non verrà mai più messa in discussione".

Bonino stai buona. E' questo il senso degli accorati inviti a congelare il passato se vuole pensare al futuro. Ma Aldo Tortorella non ci crede, ritiene impossibile che una radicale rimuova la sua storia. Lui se la ricorda bene, la Bonino, ai tempi del divorzio: "Ero direttore dell'Unità, per il divorzio ci battemmo molto e in anticipo rispetto alle decisioni del partito. Io non ci credo a un movimento radicale appiattito su Forza Italia, né alla Bonino che sarebbe la linea sportiva del marchio Berlusconi. Certo, tra i due esiste un'intesa, qualcuno avrà pure pagato la campagna pubblicitaria della Lista Bonino e non c'è dubbio, l'interesse di Berlusconi perché drenasse voti anche a sinistra era evidente. Ma da qui a pensare che il movimento radicale faccia proprio il moderatismo di Forza Italia ce ne corre. Hanno un pensiero, una cultura e, pur non conoscendola bene, non mi sembra che la Bonino sia un personaggio così plasmabile".

E infatti i suoi potenziali alleati nel Polo ne scrutano le mosse senza capirci ancora molto: "Di destra odi sinistra? Metà e metà, a giudicare dalla gente che l'ha votata. Di destra, in base al contenuto dei referendum. La mia confusione corrisponde alla confusione del momento", confida Marco Follini, capogruppo Ccd alla Camera. Poi pero precisa: "Il fenomeno Bonino durerà se si darà uno sbocco di governo, se sceglierà una parte o l'altra, accettando di pagare un dazio. Se invece rimarrà una raccolta di stati d'animo... non credo che, da sola, possa far saltare il bipolarismo italiano". Un'erosione che, Bonino e Pannella lo sanno bene, farebbe piacere soprattutto nel mondo cattolico: "Le Bonino vanno e vengono e, come cattolico, sono inquieto se penso alle sue posizioni", dice Vittorio Messori. "D'altra parte, mi pare impossibile che un elettore moderato possa scegliere per sempre la Bonino". Ed è su pensieri come questi, infatti, che Berlusconi rumina da mesi.

 
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