Da Sette del Corriere della Sera (pag. 40), giovedì 24 giugno 1999
"Precipitosa, sbagliata, destinata a mettere a rischio il bipolarismo". Marco Follini, numero 2 del Ccd e capogruppo alla Camera per il Polo, non vede di buon occhio una possibile "desistenza" con la Lista Bonino: "A Emma srotolerei un tappeto rosso", dice in principio, ma subito avverte: "Sulle questioni bioetiche le differenze con il programma del Polo sono abissali. I radicali non possono pretendere d'imporre un pacchetto di posizioni e dirci: "Prendere o lasciare". Rivendico un diritto di discernimento. Un conto sono le posizioni personali, che sono benvenute, un conto l'accordo politico su temi per noi tabù, che Berlusconi non deve e non può accettare".
CARO MASSIMO, LASCIALA A SILVIO
"Poco democratica, preoccupante, imbrogliona". Non piace al segretario Uil, Pietro Larizza, l'attività della Lista Bonino sui temi sindacati. Men che meno i 7 referendum che, dice, vogliono "rottamarci". Legittima concorrenza? "Macché, un disgustoso imbroglio per gli elettori. Si celano i quesiti e si indicano solo dei fini. Che vuol dire, per esempio, abolire le deleghe Inps e Inail al sindacato? Niente, perché le deleghe sono frutto di accordi fra soggetti privati. Molti referendum non significano nulla". Appello a Massimo D'Alema e al centrosinistra: "Se sono "veri" partiti, e hanno dignità politica, devono tenere fuori la Bonino e le sue battaglie".