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Conferenza Rivoluzione liberale
Venticinque Leone - 28 giugno 1999
a gentile richiesta: STURMTRUPPEN-DELATRICI 1

Caro Professore,

sono finalmente giunto in Prima Linea!

Non posso dirLe da dove Le scrivo, poiché ciò è severamente proibito dalla censura militare per ovvie ragioni di sicurezza (il nemico ci ascolta!) (anzi, in questo caso, il nemico ci legge!) e mai, quindi, Lei potrà trovare su queste mie la benchè minima indicazione geografica ed eziandio topografica.

Debbo però rimarcare, stigmatizzandola, un'esecrabile abitudine di alcuni miei camerati: alcuni incoscienti, allo scopo forse di rendere più veloce l'inoltro di pacchi da casa - via militari in licenza - o forse per vieppiù tranquillizzare la famiglia, hanno la pericolosissima abitudine di inserire messaggi cifrati nele loro lettere, ad esempio: leggere una riga sì e una riga no, oppure: leggere la prima lettera della prima parola di ogni capoverso, o anche: staccare col vapore il francobollo (se c'è) e leggere cosa c'è scritto sotto.

Spero che ciò indichi soltanto una abitudine ad incosciente pressapochismo e non (non vorrei nemmeno pensarlo) una collusione con il nemico.

Spero comunque, caro Professore, che l'Uffizziale Censore che controllerà questa mia, saprà trarne le debite conseguenze, e verificare il contenuto delle altre lettere in partenza dal mio Reparto. (Lei, caro Professore, ha sempre inculcato in noi giovani virgulti l'orrore per la delazione, ma nel contempo il rispetto per l'Autorità; quindi, non faccio il nome dei TRE miei sconsiderati camerati, lasciando l'indagine all'Uffizziale Censore, che leggerà le QUATTRO lettere spedite oggi dal mio Reparto, di cui UNA è la presente).

Appena arrivato, ho cercato di ambientarmi intrecciando caldi rapporti di cameratismo con i miei compagni, spronandoli ad un sempre maggior amor di Patria e ad un sano rispetto delle Norme Disciplinari che qui, in Prima Linea, mi sembrano un po' rilassate.

Mi sono poi messo a rapporto dal Signor Capitano, facendogli rispettosamente notare che, dovendo io ancora avere il battesimo del fuoco, sarebbe stato opportuno ordinare un attacco in un campo di biondo grano, con il sole possibilmente in fronte.

Purtroppo, né il Signor Capitano, né i miei camerati in armi, sembrano aver apprezzato a dovere l'ansito eroico che mi spinge.

Ora, caro Professore, debbo proprio lasciarLa: sembra che nessuno dei miei camerati voglia offrirsi volontario per i turni notturni di sentinella ed io, memore degli insegnamenti che Ella soleva trasfonderci durante i felici anni del Liceo, correrò ad offrire volontariamente la mia opera.

Colgo l'occasione per esternarLe i sensi della mia migliore stima, conscio e confortato della immarcescibile certezza ch'Ella, un domani, non avrà a vergognarsi d'avermi annoverato tra i suoi allievi prediletti.

Soldato Sigfrid Von Nibelunghen

 
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