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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 29 giugno 1999
QUESTO INTERVENTO DI MARCO PANNELLA VERRA PUBBLICATO DOMANI, MERCOLEDI 30 GIUGNO, SU "IL TEMPO". PREGHIERA DI CITARE LA FONTE.

Roma, 29 giugno 1999

Emma Bonino ha detto e ripetuto - ma il giornalismo e la politica italiani sembrano non voler sentire - di non chiedere checchessia a chicchessia, nemmeno la designazione a Commissaria Europea, ma di ritenere di avere il diritto-dovere di essere interpellata e di scegliere, eventualmente, per quanto sta in lei, la conferma o meno nelle sue funzioni nella Commissione. Pone ed ha posto, insomma, un problema di moralità istituzionale e politica, una volontà di trasparenza da ottenere, come europea e italiana, e come federalista e liberale, radicale europea. La Lista Bonino aveva esplicitamente chiesto, nella campagna elettorale, con materiale inviato e recapitato a 22 milioni di famiglie italiane, il loro aiuto e il loro voto: "per non essere cacciata anche da Bruxelles", per le stesse ragioni per le quali la consociazione partitocratica Polo-Ulivo non aveva voluto rispondere all'attesa ultra-maggioritaria negli italiani di eleggerla Presidente della Repubblica. Ma un risultato lo ottenne ugualmente: D'Alema si

ritenne costretto a tradire gli accordi con Marini per l'elezione di un candidato PPI, sulla quale il Polo si era detto disponibile; si elesse così, per sbarrare il passo alla Bonino, il candidato meno partitocratico disponibile: Carlo Azeglio Ciampi.

Ci sono volute settimane di iniziative e di esposizione perché chiarezza cominci ora a farsi. Ora finalmente sappiamo che "da settimane" Prodi va ripetendo ai ministri "la sua convinzione delle necessità di confermare al Professore Monti il suo mandato". Ciò dicendo e facendo, Prodi - secondo Visco - mostra così "piena sintonia con la posizione del Governo italiano".

Intanto, il capo della (cosiddetta) opposizione, Berlusconi tenta il "bis" dell'operazione Presidenza della Repubblica, elegge Mario Monti, strumentalmente, a equivalente di Ciampi (Bonino e Monti per me pari sono!), e d'un tratto, converge con Prodi e Visco e i soliti "poteri forti" (dalle ragioni troppo deboli per poter essere rese pubbliche), per sbarrare la strada a Emma Bonino. Almeno finora. Speriamo che quando, oggi, mercoledì, riunirà nella sala degli Specchi la Presidenza di FI, deciderà di fare quello che l'immensa maggioranza dei suoi elettori e militanti ritenga che di già abbia fatto e voglia fare. Resta da comprendere se il Presidente del Consiglio stia solo coprendo - distratto da altro - questo "inciucio" di pessima e costosa levatura, o se ad esso scientemente collabori e ne sia coautore.

Sarebbe forse il caso che gli uni e gli altri comincino a chiedersi se i radicali, Emma Bonino e i suoi, siano proprio molto al di sotto del pur straordinario Guazzaloca; e se il popolo italiano (e europeo) lo sia del pur straordinario popolo bolognese o padovano, o aretino, per tacer d'altri.

Quanto a Prodi, si spera che alcune voci incontrollate di una sua possibile resipiscenza non siano una balla ma almeno un "ballon d'assai". Al posto suo, se non altro per amor dell'arte, ci chiederemmo se l'Emma Bonino non convenga "tirarsela dentro", piuttosto che averla in Parlamento Europeo e in Europa a tirargli contro. Anche Tonino Di Pietro, che almeno ha le scarpe grosse, ha compreso che il giusto e il ragionevole valgono pur sempre qualcosa, e suggerisce anche lui al suo improbabile leader di non ignorarli.

 
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