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Conferenza Rivoluzione liberale
Vecellio Valter - 3 luglio 1999
CRONACHE DI ORDINARIO PENTIMENTO

Lettura da consigliare a Giuseppe Lumia, parlamentare DS; a Nicky Vendola, parlamentare di Rifondazione Comunista; e a quanti si sono scagliati con ardore contro il presidente della commissione parlamentare antimafia Ottaviano Del Turco, colpevole d'aver detto che con questi collaboratori di giustizia ad orologeria non si può più andare avanti.

Sono piccole storie di "ordinario pentimento".

A Palermo è in corso il processo di Appello nei confronti del neo-deputato europeo Francesco Musotto, già assolto in primo grado. Uno dei suoi accusatori si chiama Giusto Di Natale, coinvolto nel delitto del piccolo Giuseppe Di Matteo; cinque mesi fa ha deciso di "collaborare". Il 24 maggio scorso Di Natale ha parlato di un incontro tra il boss corleonese Leoluca Bagarella e Musotto; poche ore dopo, sempre nel corso dello stesso interrogatorio, ha negato di averne parlato. Ora le terza versione, diciamo così "conciliatoria": "Bagarella in una sola occasione, a casa mia, a Bellolampo, nel maggio del 1995, mi disse: "U viu, l'a 'bbiriri, eventualmente ci vaju".

E le due versioni precedenti? Risposta di Di Natale: "Resi quell'interrogatorio in un momento molto particolare; quello fu il mio peggior interrogatorio. Non volevo essere coinvolto in situazioni delicate, non volevo nemmeno fare il nome di Musotto: mi scappò".

Seconda storia. Il signor Alberto Costanzo, pescivendolo catanese, in primo grado viene condannato a nove anni di reclusione; l'accusa parlava di detenzione e spaccio di "quantitativi molto elevati di sostanze stupefacenti del tipo eroina", a seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Arrestato il 5 luglio del 1997, Costanzo veniva scarcerato per vizi formali procedurali. Il successivo 10 agosto nuovamente arrestato. Nessun inquinamento di prove, nessun tentativo di fuga; ma meglio non rischiare, devono aver pensato Pubblici Ministeri e GIP. Il 19 gennaio scorso, la condanna. In Appello Costanzo è stato assolto. Cos'è accaduto? Semplice: il collaboratore di giustizia ha ritrattato le accuse.

Terza storia. La signora Flavia Verardi Pignanelli ex direttrice del carcere di Imperia, viene arrestata nel settembre del 1997; pesantissime le accuse: dai rapporti sessuali in carcere con i detenuti, alla concussione. Quasi due anni di calvario, poi l'assoluzione piena a tutti i capi di imputazione. Cos'è accaduto? Il castello accusatorio del Pubblico Ministero si basava sulle affermazioni di un collaboratore di giustizia, un trafficante di droga detenuto, quando si dice il caso, nel carcere di Imperia. Era lui ad aver raccontato dei presunti incontri intimi tra la direttrice e i detenuti, nei locali della lavanderia e della cucina del carcere; dei favori e dei falsi commessi. Assolta, la signora Verardi Pignanelli perché tutte le affermazioni del collaboratore non sono state confermate da alcun riscontro oggettivo; in quanto al sedicente collaboratore, non si è neppure presentato in aula a testimoniare. Per settimane la signora è stata descritta, sui giornali e nei notiziari TV, come la "direttrice d

el carcere a "luci rosse". Non era vero nulla.

 
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