DURISSIME CRITICHE A D'ALEMA E PRODI. PERCHÉ ELIMINARE EMMA BONINO E STATO UN ERRORE GRAVISSIMO CONTRO L'EUROPA, LE SUE NECESSITA, I SUOI IDEALI.Diamo un estratto dell'intervista rilasciata da Carlo Ripa di Meana a Radio Radicale:
Roma, 4 luglio 1999
Domanda: Lei cosa pensa della scelta di Prodi?
Risposta: "E' una scelta sbagliata, è una scelta dettata da considerazioni opportunistiche che nulla hanno a che fare con il destino dell'Unione europea, la sua crescita e la sua affermazione. Infatti con Mario Monti si afferma un apporto tecnico, tra l'altro un apporto circoscritto ad alcune materie che sono materie di competenza dell'Unione Europea, ma che sono ben lontane da quello di cui l'UE ha bisogno, cioè l'impulso politico, il grande coinvolgimento dei popoli europei, un sogno europeo che prepari una forte integrazione politica oltre che una integrazione economica e monetaria. I limiti della pura integrazione economica e monetaria li sperimentiamo in questa settimana: l'Euro così fatto non tiene, la piaga della disoccupazione, del disagio sociale, degli emarginati non si rimargina, anzi si acuisce, e quindi è tempo di avere delle personalità che coinvolgano, che abbiano un progetto politico. Emma Bonino è una federalista, la sua battaglia si situa nella previsione e nell'obiettivo degli Stati Uniti
d'Europa, è una persona che ha avvicinato il quotidiano delle istituzioni così remoto, così lontano, così poco vissuto dai cittadini e ne ha fatto una ragione di vita con dei risultati straordinari sotto il profilo degli aiuti umanitari, della politica della pesca dove le logiche puramente economiche ed imprenditoriali stanno pescando il nostro futuro, cioè hanno vuotato i mari. Emma Bonino ha dato il segno di ciò che sogniamo e vogliamo, e per il quale Altiero Spinelli, Lorenzo Mafai, Antonio Giolitti e tanti altri europeisti, e tra questi ci sono anch'io, hanno cercato di dare e promuovere nei loro compiti precedenti a Bruxelles".
D: Chi tra D'Alema e Prodi ha avuto il comportamento più scorretto?
R: "Alla pari. D'Alema è un super bugiardo, un sommo ipocrita, un uomo che, come ha scritto Francesco Merlo, se non può tagliare la mano dell'avversario, la lecca. Romano Prodi è un curato furbastro che annuncia dei miracoli europei che non ci saranno perché la sua visione è breve, tattica. I due sono una coppia francamente di basso profilo sulle questione europee e aggiungo anche sulle questioni nazionali.
D: E' stato anche uno sfregio al Parlamento Europeo perché non si è scelto un membro dello stesso, ma un tecnico, quando tutti gli altri paesi a cominciare dalla Germania hanno voluto dare un significato politico alla Commissione.
R: "Non solo non lo si è fatto dato che il Parlamento europeo vuole un rapporto diretto tra fiducia e controllo verso il governo europeo, o verso quello che dovrebbe tendere a divenire il governo europeo, cioè la Commissione. Lo si è smentito nel modo più plateale contro i sentimenti profondi del popolo italiano e la maggioranza in attesa della buona notizia di Emma. Chi parla è stato polemico nei confronti di Emma per quanto riguarda la guerra in Iugoslavia, io sono fiero di essere stato con i pacifisti contro i bombardamenti della Nato, Emma era di un altro parere, ma quel che è certo è che lei rappresenta una volontà reale di novità, di crescita, di coinvolgimento, mentre Mario Monti è un algido, freddo, servitore della banca, dell'università, dei gruppi d'impresa, ma non ha nessuna vibrazione politica, è un tecnico, come tale anche utile e da rispettare, ma che non fa fare un millimetro in avanti alla Commissione. Altri erano i sogni e i desideri dei pionieri, anche degli ultimi come Delors che voleva do
po Maastricht la moneta come elemento di coagulo, le istituzioni, la politica estera, la politica della sicurezza. E invece cosa abbiamo, una Commissione che si profila come una raccolta di boiardi dei vari stati, una politica estera affidata ad un uomo che è appena sceso dal podio di un'alleanza Nato a dominanza militare, e non c'è Emma Bonino, il tramite più forte, più riconosciuto di questa novità, di questa spinta, di questo impulso, di questo accordo. Un errore, un grave errore che rivela la modestia degli uomini che lo hanno perseguito e organizzato con ripetute uscite ipocrite; non c'è dubbio che le più ipocrite siano state quelle di Massimo D'Alema, al suo confronto Prodi è un collegiale smanioso, ma non è un re dell'ambiguità. D'Alema ha finto d'essere sensibile, ha invocato offerte di governo per dire che andava meglio Mario Monti".