Ho rivisto, una seconda volta in video, la conferenza stampa di Berlusconi ieri a Padova, lo straordinario risultato politico e giornalistico dell'incalzare delle domande della Poretti in virtù di una metrica corretta al caso e soprattutto molto ben sostenuta: livello 5 - 0 - 10 (o 6 - 3 - 9) della successione degli interventi massimamente possibili ad un giornalista in una conferenza stampa di rilievo come quella.Tre interventi di domanda in scansione di tempo.
Berlusconi è uscito al naturale, come Mancino in occasione della votazione del Presidente della Repubblica (colto dai microfoni accesi).
Se Fini davvero vuole fare quella figura da cavolo, faccia pure poi.
Casini non esiste, serve a far intendere che Berlusconi e Fini fanno Casini.
E Sgarbi che voleva fare il ponte tra il Polo e i Radicali, che ci dice?
Non Pannella, per l'età, ma che Montanelli possa vedere Berlusconi uscire da i vertici di una Democrazia possibile immaginabile e sostenibile e udire quel coro di "Biscione biscione" evocato da Montanelli alle prime del Cavaliere (del nulla).
Il resto è melma e stratificazione partitocratica del malaffare. Ma ci reggiamo ancora su un tessuto democratico che, pur in angolo, è fondamentale se non dominante.
Ora veramente credo che mai sarebbe possibile qualcosa di utile con Berlusconi, nella situazione politica e sociale di oggi: portarlo a valutazioni politiche sensate, anche per se stesso, significherebbe investire in un tempo che attualmente - politicamente - non c'è.
E' uomo di regime, è un concentrato di democristianismo funzionale. Altrimenti la svolta, che il diavoletto buono di Berlusconi ha tante volte, toccando le corde giuste, evocato al popolo forzista e alle menti liberali, l'avrebbe in mano ora, non attivarla significa essere corrotti al midollo.
Dunque, la partita si gioca tutta a sinistra ed Emma dovrà esserne la premier spendibile e vincente. E' una cultura che si deve affermare, è il Diritto. Essere Destra storica nel contesto, chiude il cerchio.
Il gioco politico con Berlusconi non serve. Continuiamo a mischiare le carte, siamo sulla strada giusta ed a buon punto.
Non dobbiamo perdere sui referendum: per questo non disdegnerei i tavoli; non capisco perché, ad esempio, non c'è una struttura a Roma in un posto aperto sino al 29 agosto (tutte le sere fino a notte) dove lo scorso anno sono entrate un milione di persone ("Fiesta" a Capannelle).
Non si può puntare tutto sul "referendum day" che pure è necessario: che faremmo, butteremmo via il successo di trecentomila firme raccolte d'estate in due o più colpi di "referendum day"?
Complimenti a Donatella dunque. Voglio peraltro pubblicamente ringraziarla per aver rifatto questo pomeriggio, sincronizzando una registrazione audiovisiva di Confindustria a Padova riuscita male, utilizzando la registrazione in solo audio per sostituirla all'audio del video disastroso, così recuperando il file di un evento (con notizie positive per noi, come l'adesione del presidente degli Industriali del Veneto) altrimenti perduto.