tratto da "Il Messaggero" on-line
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Sabato 17 Luglio 1999
MANOVRE SILENZIOSE
E Di Pietro va a caccia di tessere per guidare l'Asinello
di VIRMAN CUSENZA
ROMA - »E Tonino, silenzioso come una talpa, scava le sue gallerie... . I
poderosi bicipiti del senatore molisano stanno imprimendo all'Asinello una
ginnastica intensiva, fatta di tour de force organizzativi, tesseramenti a go
go, scelta accurata di fedelissimi nelle caselle dirigenziali del neonato
quanto scalciante movimento. Questo lavoro nelle retrovie, il profilo basso
delle esternazioni, il non metter bocca nella litigiosa strategia con i Ds del
vicetimoniere, professor Arturo Parisi, Antonio Di Pietro non li ha scelti per
caso. Perché si prepara alla campagna d'inverno in sella ai Democratici.
Un percorso studiato a tavolino, che Tonino ha messo in opera subito dopo le
europee. »Nel vuoto che s'è creato nell'Asinello, Di Pietro sta tessendo la
sua ragnatela per diventare il padrone del partito , accusa Federico Orlando
dipietrista della prima ora e adesso in rotta di collisione contro i metodi
»stalinisti dell'ex amico. Il rumoroso quanto operoso silenzio del senatore
mugellano è scandito in un percorso a tappe che culmina in primavera. »Tonino
punta a conquistare un'ampia maggioranza nel prossimo congresso costituente
dei Democratici, in febbraio -assicura Orlando- per questo si sta scatenando
col tesseramento. Che per lui è il trampolino di lancio delle primarie (da
premier, ndr) .
Del resto, che Di Pietro voglia pesarsi all'interno del movimento prodiano,
soprattutto adesso che il Professore è tutto preso dalla missione europea, non
è un mistero. La ripartizione dei ruoli non sarà eterna. Oggi Tonino tollera
il ruolo di primus inter pares che Romano ha affidato al fido braccio destro
Parisi. E si accontenta della regia organizzativa, utile a compiere il grande
balzo. La zona grigia resta quella dei sindaci: Rutelli, Bianco, Cacciari oggi
impegnati sul doppio fronte, amministrativo e politico. Ma domani? Forse anche
per questo il vertice asinista ha steso un pesante cordone sanitario attorno
alle fragorose manovre di Di Pietro per la scelta dei quadri di partito.
Tonino taglia qualche testa in Molise? Pazienza, lasciatelo fare. Sceglie capi
e capetti in Puglia? E' nei suoi poteri.
I nodi verranno presto al pettine, sulle strategie. I costanti elogi di Di
Pietro alla coppia Bonino Pannella, la pubblica ammissione di preferire »Emma
con il cuore alla scelta »di testa per Ciampi per il Quirinale. Nonché la
forsennata passione per le sfide referendarie fanno storcere il naso a molti
dentro l'Asinello. Per non parlare poi della sintonia con Fini e Segni in
materia di finanziamento pubblico ai partiti. Ce n'è quanto basta per far
sospettare più d'un »democratico . »A furia di sbavare per la Bonino, Di
Pietro non s'è accorto che la lista radicale ci ha fregato un bel po' di voti
alle europee , lamenta Orlando. Ma c'è di più. Radio Transatlantico racconta,
per esempio, che qualora la salute del governo D'Alema precipitasse per mal di
pensioni o altro, in autunno, visto che Ciampi non ha alcuna intenzione di
sciogliere le Camere, Di Pietro con Fini e la Bonino potrebbero dar vita ad un
»polo riformatore , trasversale quanto pericoloso per Ulivo e centrodestra.
»Di sicuro, c'è la sintonia tra i tre su materie come legge elettorale,
sindacati e soldi ai partiti , ammette Orlando.
Ma altre mine incombono. E' già esplosa l'insofferenza di Tonino per la
cordata ciellina che ha fatto breccia tra i Democratici del Lazio. E si
profila all'orizzonte pure la grana Dini. "Lambertow", ridotto al lumicino
alle europee, nutre simpatie per le gesta di Prodi, anche come contraltare
centrista a D'Alema. Ma la ricambiata antipatia per Tonino blocca tutto.
Avanti il prossimo...
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--- MMMR v4.80reg * Gutta cavat lapidem