Francesco Onorato è un giovanotto di 39 anni, sulla coscienza ha decine di omicidi, forse venti, forse trenta. Ai magistrati ha detto: "Non riesco neppure io a ricordarmeli tutti". Tra l'altro è il killer di Salvo Lima, e di Emanuele Piazza un poliziotto collaboratore del SISDE, il servizio segreto civile.
Questo "signore" si trovava in carcere, detenuto per il solo processo "Tempesta", relativo a una serie di omicidi di mafia che si perdono ormai nel tempo. La prima sezione della Corte di Assise gli aveva negato la scarcerazione, ritenendo che potesse ancora inquinare le prove, per esempio concordando le dichiarazioni da rendere con altri imputati per reati di mafia. L'avvocato difensore di Onorato si è appellato al Tribunale del Riesame, che gli ha dato ragione; così Onorato, pluri-omicida ed ex reggente del mandamento di Partanna Mondello ora è tornato in libertà. Se ne sta rintanato da qualche parte, "in località protetta", come dicono i mattinali della Questura.
Onorato è un mafioso di calibro. Condannato a dodici anni per il solo omicidio Lima, per questo processo era tuttavia libero. La Corte di Cassazione infatti aveva annullato l'ordine di custodia nei suoi confronti per "mancanza di indizi". Poi Onorato aveva deciso di "collaborare con la giustizia", e aveva confessato: Lima l'aveva ucciso lui.
Il "bravo ragazzo" mesi fa si era trovato al centro di una vicenda i cui contorni sono tutt'altro che chiariti. Un altro "collega" di pentimento, il pugliese Cosimo Cirfeta, lo aveva accusato di aver concordato false accuse con un terzo ex boss, Francesco Di Carlo, nei confronti dell'ex patron di Publitalia e parlamentare di Forza Italia Marcello Dell'Utri. Secondo Cirfeta, Onorato e Di Carlo avrebbero confermato a vicenda i racconti sulle frequentazioni di Dell'Utri con ambienti mafiosi. La Procura non ha creduto a Cirfeta, che poi è stato accusato - assieme a un altro "pentito", Giuseppe Chiofalo - di calunnia nei confronti di Onorato e Di Carlo. Per la procura di Palermo Cirfeta in sostanza sarebbe stato tele-guidato da Dell'Utri, interessatissimo a minare la credibilità dei due collaboratori di giustizia che lo accusavano. Da qui la richiesta di autorizzazione all'arresto per il parlamentare che il Parlamento ha però respinto.
Per tornare a quel galantuomo di Onorato: questo signore, ora è libero. Per i giudici sono infatti cessate le esigenze cautelari. Ha ucciso almeno venti persone. Però si è "pentito".
Adriano Sofri ha raccolto le sue quotidiane note per Il Foglio in un volume pubblicato da Sellerio, Piccola Posta.
In una racconta di "un signore senegalese di 68 anni, è molto religioso e non parla quasi italiano. Anni fa gli fecero una contravvenzione perché vendeva cassette musicali contraffatte. Per questo, sempre in contumacia, lo processarono e lo condannarono a due mesi. Naturalmente né se ne occupò, né lo seppe, e la condanna passò in giudicato. Venti giorni fa andò alla questura per rinnovare il permesso di soggiorno, e il computer fece saltar fuori i due mesi. Fu assicurato al carcere".
Naturalmente fa piacere constatare che la legge viene rispettata e applicata.