da LA STAMPA mercoledi' 21 luglio 1999di Filippo Ceccarelli
Problemino pratico per la sinistra. Come regalare la Bonino al Polo? Meglio: come offrire ai propri avversari la novita' politica del 1999 sul piu' classico vassoio d'argento e con tanto di fiocco augurale?
E' semplice, basta attenersi alle seguenti istruzioni. Primo, convincersi che il successo di Emma dipende solo e soltanto dagli odiosi spot, per giunta finanziati da Berlusconi. Secondo, dopo averla misteriosamente sondata su improbabili incarichi Onu, non confermarla come commissaria europea. Terzo, ignorare e far ignorare dai tg tutti, ma proprio tutti quei referendum che la Bonino mostra di avere tanto a cuore. Quarto, se per caso si libera un seggio a Bologna, non solo scartare subito ogni ipotesi di candidatura, ma neanche pensare che il Polo potrebbe muoversi in quel senso li'. Quinto, dimenticare i discorsi di Amato sulle donne nelle istituzioni e l'offerta di un ministero nel governo D'Alema. Sesto, possibilmente non parlare di Emma, ma del dominio che Pannella esercita su di lei.
Bene: attenendosi scrupolosamente a questi dettami, come dimostra la cronaca delle ultime settimane, la sinistra ha comunque perso ogni pur minima speranza di rapporto con un personaggio da cui avrebbe invece parecchio da imparare. A questo punto, che Berlusconi riesca o meno a "prendersi" la Bonino e' del tutto secondario. Quel che colpisce e' piuttosto l'autolesionismo strategico e l'aridita' tattica di Palazzo Chigi, di Botteghe Oscure, di Prodi, dei sindaci e dei verdi.
Ecco i veri professionisti della politica. Non sia mai che l'agognata "riflessione" e la sospirata "innovazione" dopo l'ennesima batosta si traducano nell'aprire a persone che non sono di sinistra. Ma che a differenza di Cossiga e Mastella un bel pezzo di sinistra ammira e sarebbe perfino disposto a votare - se non l'ha gia' fatto.