ROMA, 25 luglio 1999
Con circolare telegrafica del 22 luglio il Ministero degli interni informa i prefetti che - a seguito di un'interpretazione del Ministero di Grazia e Giustizia - i Consiglieri comunali e provinciali, i Segretari comunali e provinciali, i notai, i Giudici di pace, i Segretari delle Procure, i Presidenti delle Provincie, i Sindaci, gli Assessori e i funzionari comunali incaricati "POSSONO, PURCHE' NELL'AMBITO TERRITORIALE DELLA PROPRIA ATTIVITA', AUTENTICARE LA FIRMA DI QUALSIVOGLIA CITTADINO, INDIPENDENTEMENTE DAL COMUNE DI ISCRIZIONE ELETTORALE DEL CITTADINO STESSO". Solo per i cancellieri dunque l'autentica delle firme rimane limitata agli elettori della propria circoscrizione di competenza.
Questa novità potrebbe essere determinante per le campagne referendarie attualmente in corso. In pieno periodo di vacanze infatti sono moltissimi gli italiani che risiedono temporaneamente lontano dalla propria residenza abituale. Diventa così cruciale potersi recare a firmare anche nel proprio comune di villeggiatura, presso la Segreteria comunale oppure in presenza di autenticatori.
A soli tre giorni dai referendum days del 28 e 29 però non vi è letteralmente nessuno a conoscenza di questa fondamentale innovazione, visto che la notizia è rimasta clandestina. Oltre ai normali cittadini, non ne sono a conoscenza i Consiglieri comunali e provinciali, e nemmeno quei dipendenti pubblici che possono autenticare le firme, visto che la circolare ministeriale appena partita è probabile sia letta dalla maggiorparte dei funzionari pubblici soltanto dopo il 29 luglio. Altrettanto clandestino è rimasto l'appello del Presidente dell'ANCI Enzo Bianco, che si è rivolto a tutti i Sindaci affinchè durante i referendum days fossero agevolati le modalità e gli orari per la sottoscrizione dei moduli.
E' evidente che ad oggi soltanto i grandi mezzi di comunicazione di massa potrebbero informare tutti, sia i potenziali firmatari che gli autenticatori, in tempo per il grande appuntamento referendario di mercoledi 28 e giovedi 29. L'esercizio dei diritti civili e politici dei cittadini in materia referendaria dipende dunque da quanto nelle prossime ore decideranno di fare i responsabili dell'informazione di massa nel nostro Paese, ed in particolare del cosiddetto servizio pubblico radio-televisivo.