Roma, 26 Luglio 1999
EMMA BONINO CI PARLA DEI DIRITTI E DELLE LIBERTA'. NELL'INTERVISTA IN ESCLUSIVA PER "NOI" ANNUNCIA GLI IMPEGNI DELLA LISTA BONINO NELL'EUROPARLAMENTO PER L'AFFERMAZIONE DEI DIRITTI DEGLI OMOSESSUALI.
(Di Yuri Guaiana)
1. Onorevole Emma Bonino, a distanza di qualche tempo dalle elezioni europee, come commenta l'importante risultato dell'8.5% ottenuto dalla sua Lista ?
"Ritengo che i cittadini ci abbiano premiati innanzitutto perchè diamo voce e corpo alla loro volontà di riforma, per la nostra coerenza e determinatezza, per la nostra correttezza. Il risultato ottenuto alle ultime consultazioni elettorali europee è importante in molti sensi. Per il movimento radicale, che ha ottenuto il massimo storico di consensi elettorali diventando il quarto partito nazionale, il che rappresenta un successo ma anche una sfida per il futuro; per gli obiettivi di riforma che proponiamo, la "Rivoluzione liberale", che potrà essere realizzata se saremo capaci di tradurre i consensi ottenuti in sostegno e militanza "rivoluzionaria" e "referendaria"; per l'Italia, che attraverso di noi e le nostre iniziative può - se i cittadini continueranno a sostenerci firmando i referendum - finalmente diventare un paese moderno e più libero; infine per l'Europa, che trova in noi i più ferventi sostenitori della creazione immediata degli Stati Uniti d'Europa."
2. Pensa che l'elettorato gay abbia avuto un ruolo significativo in questo successo della Lista Bonino, come risulta dai sondaggi fatti dal sito Gay.it?
"Ho visto quei sondaggi, e sebbene non siano sondaggi "scientifici" secondo i crismi della scienza statistica, sono molto interessanti e mi spingono a credere che i gay e le lesbiche abbiano giocato un ruolo. Ma fatico a quantificare e qualificare questo ruolo per due motivi: innanzitutto l'individuo-elettore vota secondo logiche che in gran parte sfuggono a categorizzazioni, secondariamente il movimento gay non è ad oggi una lobby che sposta quantità di voti enormi come negli Stati Uniti. L'obiettivo politico radicale di estendere la libertà dell'individuo, sia come attore sociale che economico, è comunque e sicuramente apprezzato da coloro che più di altri sanno cosa significa l'oppressione sociale e culturale e conoscono quindi il valore della libertà individuale."
3. Cosa pensa delle rivendicazioni del movimento gay internazionale ed italiano, come la proposta di creare l'unione civile dei gay?
"Partiamo da un fatto: in altri paesi europei il movimento gay e lesbico è molto più organizzato ed influente politicamente, ed è per questo che altri paesi hanno già raggiunto l'obiettivo della legalizzazione delle coppie dello stesso sesso. Passiamo ad una analisi sul movimento gay in Italia: a quanto ne so io vi è una grande debolezza organizzativa, nella determinazione e nella visibilità di questo movimento e delle sue proposte. Dalla fase partitocratica, con l'ARCI GAY, si è passati ad una fase di disorganizzazione, che ha una ricaduta politica negativa. Inoltre vi è una sorta di deriva sindacalistica, nel senso che si gestiscono soldi e locali ma si fa poca politica, e ci si richiude su se stessi."
4. Pensa che una decisa campagna per realizzare le richieste dei gay sarebbe realizzabile anche in Italia? E cosa si dovrebbe fare, come organizzarsi?
"Ma insomma, la storia italiana non è solo fatta di Concordati e di chiusure o arretratezze culturali che dir si voglia. Certo questa storia è prevalente, grazie anche alle varie DC, PCI e pseudo-laici e degli eredi odierni post-DC, post-PCI e post tutto il resto. E' la storia di un regime illiberale che in modo gattopardesco cambia pelle passando dalla Prima alla Seconda Repubblica senza che muti la sostanza. Ma in questo buio, c'è anche la luce della storia di un'Italia radicale, laica, liberale, libertaria, ecologista, riformatrice, che si è espressa attraverso i referendum e le proposte di legge popolare, le manifestazioni nonviolente e le disobbedienze civili, gli scioperi della fame e della sete, i tavolini militanti e i nudi, le organizzazioni monotematiche ed il Partito transpartito e transnazionale, ed i Comitati d'Onore con professori universitari, politici, giornalisti, noi credevamo e crediamo nelle nostre idee, le abbiamo spiegate ai cittadini e abbiamo dato loro la possibilità di esprimersi sul
le leggi fatte dalla classe politica e...miracolo laico! I cittadini appoggiavano noi e le nostre proposte. Insomma, mi sembra di avere risposto, in senso affermativo e indicando qualche possibile modalità d'azione, alla sua domanda."
5. E voi radicali come intendete impegnarvi sulle rivendicazioni dei gay e delle lesbiche?
"Noi ci siamo impegnati costantemente sui diritti dei gay e delle lesbiche dagli anni '60 a oggi: dal processo Braibanti al FUORI! alla legge radicale De Cataldo sul riconoscimento del cambiamento di sesso, dalla partecipazione del PR a manifestazioni internazionali sulla libertà sessuale fino all'impegno dei deputati radicali nel Parlamento Europeo nel corso della scorsa legislatura, che sono riusciti ad inserire nei rapporti sui diritti umani nell'UE la richiesta a tutti gli Stati membri di legalizzare le unioni civili e cancellare tutte le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale.
Da deputata europea, vi posso indicare alcune strade che intendiamo percorrere nel corso della nuova legislatura: sono innanzitutto la piena attuazione dell'articolo 13 del Trattato di Amsterdam, che vieta nell'UE tutte le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale: bisogna monitorare come questa norma sarà attuata da parte delle istituzioni europee e degli stati membri. Il Trattato permette anche di censurare quegli Stati membri che violano persistentemente i diritti dell'uomo: bisogna valutare come, ad esempio, il divieto di donazione di sangue per i gay vigente in Italia possa essere considerato tale. E poi bisogna attuare la libera circolazione delle coppie gay nell'UE: una coppia svedese che venga in Italia non gode dei diritti che la legge del loro paese gli accorda. Poi l'asilo deve essere garantito a coloro che sono perseguitati nel loro paese d'origine a causa del loro orientamento sessuale. Insomma, c'è da lavorare.
Nell'immediato siamo impegnati sul fronte italiano in questi mesi estivi a raccogliere le firme su 20 referendum di libertà, liberali e liberisti. La nostra analisi è che la priorità politica liberale oggi è la riforma del mercato del lavoro per dare più libertà all'impresa e garantire il benessere e lo sviluppo economico, assieme alla riforma della giustizia, all'introduzione del sistema maggioritario, all'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti e dei sindacati. Queste riforme economiche ed istituzionali, se compiute simultaneamente, sinergicamente e urgentemente, comporterebbero una formidabile "Rivoluzione liberale" nel paese, per la libertà di tutti. Invito quindi tutti i lettori ed amici di NOI a correre a firmare i 20 referendum nelle segreterie comunali, provinciali e circoscrizionali o ai tavolini radicali, ora o in occasione dei Referendum Days del 28 e 29 luglio, in tutte le principali città italiane e spesso pure al mare. Chissà che non ci incontriamo proprio ai tavolini?"