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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 3 agosto 1999
PANNELLA: "IMPEDIRO' AL CAVALIERE DI DIVENTARE PREMIER"
Da IL MESSAGGERO, martedi' 2 agosto 1999, prima pagina

ROMA - "Questa destra non solo non sara' nostra alleata, ma saremo noi a garantire che non possa nemmeno andare al governo". Marco Pannella continua ad attaccare Silvio Berlusconi che "ha trasformato Forza Italia da partito liberale in una riedizione priva di nobilta' della Dc". Unica condizione per cui il Cavaliere possa aspirare a "ritornare al governo per riformare l'Italia e' che riformi prima se' stesso". I sondaggi di Berlusconi che danno la Lista Bonino al 2%? "Tutte panzane, alle prossime elezioni saremo al 20%". Geloso di Emma Bonino? "Gli insicuri sono gelosi. Mi commuovo a vederla crescere in autorevolezza".

Segue a pagina 6

Intervista al leader radicale/Deluso dal mancato appoggio ai referendum liberali, Marco accusa: "Preferisce rifare una Dc priva di nobilta'"

"Faro' di tutto purche' il Polo non vinca"

Pannella contro Berlusconi: "Non deve andare al governo. A meno che non riformi se stesso"

di MARIO STANGANELLI

ROMA - Dopo la corve'e dei referendum days e del congresso all'Ergife, Marco Pannella si - diciamo cosi' - riposa nell'indescrivibile confusione e calura da bazar mediorientale della sua mansarda, in un vecchio palazzetto al centro di Roma. Unico "lusso" l'ascensore che da qualche anno rende meno eroica la salita fino al sesto piano. Resta il dente avvelenato con Berlusconi, a cui il leader radicale ha anche inviato una lettera prima della partenza per le vacanze, consigliandogli di preparasi, al rientro, "a un'opposizione lunga decenni, perche' una destra cosi' sapremo isolarla e batterla". Ma visto che lo stesso Pannella dice che, fin quando ci sara' questa sinistra, la destra e' destinata a vincere, il programma dei radicali, allora, - chiediamo - e' un programma di opposizione?

"Il nostro e' il solo programma di governo che un partito possa rivendicare in Italia. E abbiamo un progetto di societa', che gli altri non hanno. 50 anni fa era assolutamente minoritario, oggi con la societa' rivoluzionata alla radice e lo Stato partitocratico putrefatto, e' diventato assolutamente maggioritario. Se vi fosse una vera democrazia, avremmo gia' Emma Bonino presidente della Repubblica, la riforma "americana" presidenzialista, bipartitica, federalista, con Parlamenti fortissimi, e una giustizia laica, anglosassone anch'essa, degna di un Paese civile. Va pero' precisato che io ho parlato testualmente di "destra di Mediaset, del Giornale, degli inciuci, di Forza Italia che da partito liberale di massa, e' diventato una piccola oligarchia di ex dc. Per cui "questa destra" - lo pensano quasi tutti gli elettori del Polo e di FI e anche tantissimi dell'Ulivo - non solamente non sara' mai nostra alleata. Anzi, saremo noi a garantire, ad assicurare che non possa nemmeno andare al governo. E chiederemo f

orza anche per questo. Oggi sembrerebbe che le rovine della sinistra la candidino al potere, ma sarebbe un'alternanza nel regime, mentre noi vogliamo e prepariamo un'alternativa al regime".

Perche' Berlusconi e' improvvisamente diventato, da potenziale alleato, il suo bersaglio preferito?

"Dopo aver porto l'altra guancia ai suoi schiaffi assieme alla maggioranza degli elettori di Forza Italia e del Polo, che volevano un'alternativa e un partito liberale di massa e non una riedizione priva di nobilta' della Dc, non abbiamo piu' guance di riserva".

Berlusconi pero' continua a bacchettarvi, e dice che i sondaggi vi danno di nuovo al 2 per cento...

"Aggiunga uno zero al 2. I nove italiani su cento che non ci hanno dato ancora la loro fiducia, alle prossime elezioni saranno otto. Berlusconi ha un bell'esibire le sue panzane sui sondaggi, come troppo spesso gli accade, per i quali la Lista Bonino e' gia' cadavere. Ragioni un po' si faccia raccontare cosa accade ai tavoli dei referendum. Provi lui a raccogliere 5 milioni di firme come abbiamo fatto noi in tre giorni, e capira' che non tutta la politica e' ridotta come la sinistra e che se vuole tornare al governo per riformare l'Italia, deve prima riformare se' stesso. Se lo fara' potremo anche allearci. E ne saremo felici. O, in alternativa, dovra' continuare in eterno a fare la sua pseudo-opposizione".

Comunque, una strategia comune al Polo sembra quella di dividere la "buona Emma" dal "cattivo Marco", ci riusciranno?

"Berlusconi, Fini e Casini se tutto quello che hanno in comune e' questa strategia (visto che Mediaset e le casse di Paperon dei Paperoni non sono in regime di comunione dei beni), beh, stanno freschi".

In ogni caso, il problema delle alleanze prima o poi vi si porra'. E oggi, a fronte del silenzio della sinistra, ci sono solo le avances, sia pur contraddittorie, del Polo...

"In Italia, dove non e' ancora in corso una rivoluzione politica, ce n'e' una sociale. Che anzi e' in gran parte realizzata. Le alleanze da fare, dunque, sono anzitutto ideali e sociali. Insomma: imprenditori e lavoratori liberali, liberisti e libertari cercansi. Oggi ci sono sette milioni di partite IVA, c'e' l'Europa, c'e' Internet. Ecco il nuovo "Terzo Stato". Poi avremo due partiti liberali contrapposti. Entrambi sono da creare: saranno la nuova destra e la nuova sinistra".

Il politologo Sabatucci, sul Messaggero, vi vede in qualche modo legati alla condizione di "partito medio" tra i due poli. Non sembra l'obiettivo per cui avete lottato.

"L'obiettivo e' il bipartitismo, la riforma "americana". Del "partito medio", per una decina di mesi almeno, v'e' necessita' tattica".

Piu' volte nei suoi discorsi ricorre la previsione di una scadenza decisiva a 9-10 mesi. Sembra di capire le elezioni anticipate. Crede veramente che, pur di non fare i referendum, la maggioranza scelga un rischioso appuntamento elettorale?

"Certo che questa volta, tra elezioni e referendum, puo' significare di dover scegliere tra la padella e la brace. D'altra parte sia se governo e centrosinistra decideranno, in conservatrice complicita' col sindacato di comportarsi come Fanfani col referendum contro il divorzio (facendo la stessa fine), sia se prevarra' la complicita' conservatrice con la decina di cespugli che compongono la maggioranza, mi pare che si troveranno di fronte a una drammatica difficolta', probabilmente senza vie di fuga".

Torniamo al suo partito. Sia sincero, non prova un briciolo di gelosia a vedere che Emma le ruba il proscenio?

"Un tempo, al mio amico Craxi ho cercato di spiegare che in una generazione politica non solamente c'e' posto per piu' persone, ma che piu' numerose sono meglio e', altrimenti non ha avvenire. D'altra parte, solo gli insicuri sono gelosi; chi non lo e' tutt'al piu' rischia di struggersi un poco nel vedere le compagne e i compagni che ama crescere di numero, di forza, di futuro. Vedrete quante compagni non siete stati ancora capaci di vedere, come non avete visto Emma per vent'anni nei quali e' stata magnifica come oggi. E, alcune volte, e' stata costretta a esserlo ancor di piu'".

L'ultima trovata dell'autofinanziamento radicale e' il prestito senza interessi. Lei che ha alle spalle varie e non molto fruttuose campagne di "onorevole mendicita'", pensa che col prestito si otterra' di piu'?

"C'e' da ottenere il necessario, l'indispensabile, in un Paese in cui i miliardari sono piu' di un milione. Non e' tantissimo: meno di 20 miliardi. Ma ci servono subito. Per questa rivoluzione liberista che muterebbe in pochi mesi l'attivita', le prospettive di milioni di imprenditori, consentirebbe a milioni di altri di diventare imprenditori-lavoratori, abbiamo gia' venduto "Radio Radicale 2", ci siamo indebitati, ma le nostre "imprese" valgono oggi circa 150 miliardi. Siamo in trattativa per venderle, ma non e' semplice. Per questo abbiamo lanciato l'idea di un prestito nazionale. Renderemo certo quel denaro. O, in attesa di andare in Borsa, daremo le azioni di Radio Radicale. In queste ore abbiamo raccolto prestiti per 400 milioni circa. Ma entro pochi giorni ci occorreranno almeno 15 miliardi".

Tutto questo per i referendum. Un paio di mesi dopo il mancato quorum sembravano uno strumento da mettere in soffitta. Perche' dovrebbero avere successo questa volta?

"L'ultima volta non siamo riusciti a convincere nemmeno tanti nostri compagni, quando a proporre il quesito antiproporzionale erano Veltroni, Di Pietro, Fini, che volevano il referendum-bidone, ed erano pronti a manipolarne l'esito con l'inserimento del doppio turno in Parlamento. Questa volta ci siamo noi, piu' forti. E un progetto referendario che produrra' uno scontro come quello sul divorzio: gia' ora i sindacati sono scesi in campo parlando di "grave attacco alle liberta' e ai diritti". Ma il mondo degli imprenditori comincia finalmente a comprendere quale immensa occasione cadrebbe se cadesse questo appuntamento democratico".

 
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