COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

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FINTAMENTE ALTI E CHE SMASCHERANO LE ALTRETTANTO FINTE PREOCCUPAZIONI CHE OGNI VOLTA CI VENGONO PRESENTATE PER GIUSTIFICARE GLI AUMENTI.

L'ADUC CHIEDE L'INTERVENTO DEI MINISTERI COMPETENTI PER FARE CHIAREZZA.

Firenze, 5 Agosto 1999. Quante volte l'abbiamo sentito dire: "e' aumentato il dollaro Usa e quindi dobbiamo ritoccare i prezzi della benzina", oppure "sono aumentati i prezzi all'ingrosso e alla produzione, non e' colpa nostra". E in qualche modo, da consumatori disinformati, ci siamo rassegnati a quel piccolo ritocco che, tutto sommato, non dava fastidio piu' di tanto ... e poi con questo caldo ....

Cosi' il presidente dell'Aduc Vincenzo Donvito.

Ma proprio perche' siamo d'estate, in agosto, la guardia va tenuta piu' alta, cosi' come la diffidenza verso amministratori, governanti e venditori in genere. Categorie che sanno perfettamente di poter fare il bello e cattivo tempo in un periodo di allentamento della tensione verso il quotidiano, messo un po' in soffitta perche' sostituito dalla vacanza (fisica o mentale che sia).

Ed ecco puntuali le fregature, non quelle grosse che il Governo ha solo annunciato, ma quelle piccole, che pero' a fine anno, incidono in maniera consistente sul nostro bilancio e potere d'acquisto.

Solo due casi. Per ora. La benzina e la frutta.

La prima -la benzina- ha ormai sfondato il tetto delle duemila lire, incurante del fatto che la moneta Usa (con cui viene quotato il greggio) e' invece al ribasso: dalle punte abituali di luglio (che servono a giustificare i piu' efferati aumenti su benzina e viaggi all'estero), siamo ora agli assestamenti di agosto, e sono solo quelli dei primi giorni. Ma la benzina non ne risente, anzi inverte la tendenza. Sappiamo gia' cosa ci risponderanno i petrolieri: in vendita sono le partite acquistate quando il dollaro era piu' caro ...... ma perche' -diciamo noi- non dicono altrettanto quando invece i rincari li giustificano dall'aumento della moneta Usa, magari il giorno prima dell'aumento? Qualcuno frega, e non e' il consumatore.

La seconda (la frutta) -cosi' come ci fa sapere la Coldiretti- sta vivendo un momento di debacle, con crolli anche fino al 50-60% su quanto i grossisti pagano ai produttori. E la frutta, in questa stagione, proprio grazie alla varieta' numerosa e al clima stimolante, vive una delle sue migliori performance sul mercato, che, invece, per i prezzi, nonostante cio' che ci fa sapere la Coldiretti, rimane immobile. Non solo, ma, siccome le maggiori vendite avvengono nei luoghi di villeggiatura, i prezzi, rispetto ai mercati metropolitani, sono molto al di sopra dei listini abituali: cio' che in citta' troviamo a 100 lire, in un luogo di villeggiatura lo troviamo anche a piu' del doppio. Siamo, quindi, in presenza, di prodotti venduti a prezzi molto oltre gli abituali ricarichi, e che, vista la situazione sarebbero iper-gonfiati.

C'e' qualcosa che non funziona, e non basta la giustificazione della furbizia di grossisti e dettaglianti desiderosi di rifarsi di periodi di magra (il che' sarebbe anche una giustificazione): Questi periodi, per entrambi i prodotti di cui stiamo parlando, non ci sono mai stati durante l'anno, quindi siamo in presenza di veri e propri furti ai danni dei consumatori.

Per questo chiediamo al ministero dell'Industria e dell'Agricoltura (ops .... volevamo dire Politiche Agricole ....) se ai loro osservatori, che immaginiamo abbiano un monitoraggio della situazione, risulta cio' che abbiamo detto, e quali sono i provvedimenti che stanno mettendo in atto per richiamare grossisti e dettaglianti a correttezza e trasparenza.