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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 6 agosto 1999
LA SINISTRA NELLA NEBBIA
da IL RESTO DEL CARLINO, prima pagina cronaca di Bologna di venerdi' 6 agosto 1999

Intervento di Giuliano Cazzola

Stupore. E' questo il sentimento che si legge negli occhi dei diessini bolognesi sconfitti dall'outsider Giorgio Guazzaloca. "Ma come? - sembrano dire - noi siamo i migliori; abbiamo lavorato per il bene comune ed ora ci trattano cosi'!". Dei Popolari, solo qualche ombra inquieta, gia' democristiana, ha ancora un ruolo nelle istituzioni. Per trovare degli ex socialisti bisogna cercare nel gruppo di Forza Italia in consiglio comunale. Eppure, la coalizione di centrosinistra rifiuta di interrogarsi sulle vere cause della catastrofe di giugno. Preferisce marcire insieme ai propri difetti e demonizzare gli avversari. Il disegno di legge sugli spot, prima ancora di ferire a morte la liberta', offende l'intelligenza degli italiani. Se e' questa l'aria che tira, vuol dire che presto prepareranno anche il divieto di vendere bistecche trenta giorni prima delle elezioni. Cosi', a nessun altro macellaio verra' piu' la voglia di mettersi in politica. Gli ex comunisti hanno cambiato nome, ma non cultura e metodi. Per lor

o, quanti non si prestano al ruolo degli "utili idioti" sono certamente ladri, mafiosi, mestatori, imbonitori. Buon sangue non mente mai. Un tempo, in Urss, per gli oppositori si aprivano le porte del manicomio. Le autocritiche - a via Beverara e dintorni - girano al largo dai problemi veri. Quella della sinistra e' essenzialmente una crisi di rappresentanza. Essa non e' piu' in grado di capire ed interpretare la complessita' della societa' moderna. Persino i Democratici dell'Asinello sembrano piu' innovatori. Non e' un caso, infatti, che il declino della Quercia sia piu' intenso e accelerato proprio nei punti piu' alti dello sviluppo, dove piu' profondi sono stati i cambiamenti e piu' radicali le trasformazioni.

Venuto meno il cemento della ideologia, gli elettori si orientano secondo i loro interessi. L'asse privilegiato tra Governo e confederazioni sindacali storiche ha impedito alle altre forze sociali di far sentire la loro voce attraverso i canali della concertazione. Ormai possono parlare solo col voto. Cosi' i grandi partiti - chiesa si stanno dileguando nella nebbia della transizione politica. E' toccato dapprima alla Balena bianca in Veneto. Ora e' giunto il momento dell'altro partito - pigliatutto: l'ex Pci emiliano. Di sindaci delle grandi citta', ai Ds e' rimasto solo Antonio Bassolino, peraltro uscito un po' malconcio dall'esperienza ministeriale.

Provino, i compagni, a riflettere sul successo elettorale della lista Bonino e sul record di raccolta di firme per i 20 referendum radicali, proprio a Bologna. Magari per rendersi conto di quali siano gli umori veri dei nostri concittadini nei confronti del sindacato, che nella mitologia della "gauche nostrana" ha il posto della Vergine di Lourdes. Comprenderanno, finalmente che il peggior nemico della "nuova sinistra" di Massimo D'Alema e' quella "vecchia" di Sergio Cofferati.

 
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