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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Sergio - 6 agosto 1999
Addio a licenze libere e orari flessibili. Naufraga in Sicilia la legge sul commercio

[Giornale di Sicilia venerdì 060999]

PALERMO. L'assessore si arrende sotto i colpi ripetuti di un gruppo trasversale di deputati che per l'intera mattinata ha tenuto sotto scacco il Parlamento. Giovanni Battaglia, nell'ultimo pomeriggio di lavori dell'Ars prima delle vacanze, non può far altro che ritirare la legge su cui aveva scommesso tutto, che era riuscito a portare avanti grazie al patto con l'opposizione (solo un pezzo, si scoprirà) e all'appoggio delle associazioni di categoria. Naufraga a Sala d'Ercole la riforma del commercio, la legge che doveva recepire in Sicilia il decreto Bersani, all'insegna della liberalizzazione: niente licenze per i piccoli esercizi, orari elastici, tre sole grandi categorie di negozi (alimentari, non alimentari ed abbigliamento). Non se ne fa nulla, vince l'ostruzionismo che unisce una frangia di Forza Italia al presidente della commissione Bilancio Francesco Di Martino (Sdi). Quest'ultimo mette sotto accusa l'emendamento che estende a tutti i commercianti che vogliono aprire una nuova attività l'obbligo di

frequentare un corso professionale. La 'scuola', in questo settore, viene affidata alle organizzazioni di categoria (Confcommercio e Confesercenti in primo luogo), a enti di formazione professionale e alle Camere di Commercio. 'Non sono d'accordo al proliferare di questi corsi, che nascondono grandi interessi', sibila Di Martino. La replica di Battaglia: 'I corsi sono previsti anche dalla normativa attuale, chi non li svolge non può iscriversi al Rec. Di Martino pensi ai corsi che sosteneva lui quando era presidente della Camera di Commercio'. E solo il prologo di un duro sfogo che Battaglia avrà nel tardo pomeriggio. Prendendo sotto mira, stavolta, 'l'atteggiamento irresponsabile e puerile da parte di settori di Forza Italia, interessata solo alle proprie lotte interne sulla pelle dei siciliani'. Il riferimento, che Battaglia fa espressamente, è alla mancata proroga della commissione Statuto retta dal forzista Giuseppe Provenzano. I cespugli di Forza Italia vicini all'ex presidente della Regione avrebbero d

eciso di fare le barricate sulla legge sul commercio per ripicca nei confronti del centrosinistra che abbassa la sbarra davanti a Provenzano. E la tesi che sostiene pubblicamente anche Francesco Forgione (Prc): 'Il problema personale di Provenzano è diventato più importante di quelli della Sicilia'. Salvo Fleres, anche lui di Forza Italia, ma grande sostenitore della legge che ha contribuito a scrivere, fa solo una battuta che la dice lunga sul clima nel gruppo "azzurro": 'Provenzano? Mi sa che per una volta devo dare ragione a Forgione'. Lui, il professore d'economia, smentisce categoricamente: 'Macché, la mia vicenda non c'entra nulla con la legge sul commercio. Fleres sta cercando di giustificare il fallimento di una legge il cui contenuto non convince'. Intanto, fra le conseguenze più immediate - spiegate da Battaglia - della mancata approvazione della legge c'è pure l'impossibilità di applicare in Sicilia la cosiddetta 'rottamazione delle licenze' previsto da Bersani. Nel resto d'Italia i commercianti c

he restituiscono la licenza ricevono un indennizzo. Questo, in Sicilia, non accadrà. E Battaglia si appresta a ritirare la licenza al supermercato 'Aukan' che, con l'autorizzazione (insufficiente) del presidente della Provincia, ha effettuato un grosso investimento nel Catanese che prevede 400 assunzioni. Nelle pieghe della riforma c'era pure una sanatoria, cara al forzista Fleres, per l''Aukan' (gruppo Rinascente). Non si farà più. Ma soprattutto, sottolinea Battaglia, restano al palo tutte quelle norme che avrebbero dovuto liberare 115.000 commercianti dai lacci della burocrazia: 'Si è scritta una brutta pagina che allontana la Sicilia dal resto d'Italia', afferma l'assessore. La sua indignazione si sposa con quella di altri membri della maggioranza: 'Un'ulteriore penalizzazione alla Sicilia, per colpa dell'Autonomia', dice Manlio Mele dell'Asinello. La voce ufficiale del centrodestra, espressa da Angelino Alfano (Forza Italia) e Saverio La Grua (An), individua nelle spaccature nella maggioranza la causa d

ell'affondamento della riforma. Resta l'amarezza delle organizzazioni dei commercianti, le urla di dolore di Billé e della Confesercenti. Tira le somme il segretario regionale Julo Cosentino: 'La magmatica condizione dell'Ars mantiene in vita una normativa vecchia di 20 anni e lascia nella totale incertezza gli operatori sulle scelte economiche da compiere'.

 
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