Il vampiro e la ragazzada L'ESPRESSO del 12 agosto 1999
Lei ha preso i voti, ma lui ha riconquistato visibilita' e leadership. Chi comanda davvero nel partito dei referendum? Vediamo
di Guido Quaranta
Li chiamano "La ragazza e il vampiro". Forse l'immagine sembrera' un po' irriguardosa, ma calzante senza dubbio lo e'. E, per verificarlo, basta dare un'occhiata alle fotografie che li ritraggono insieme, su qualche palco, come quello dell' ennesimo congresso radicale, celebrato a Roma alla fine di luglio.
Lei, piccolina, pallida e minuta com'e', ha sempre un'aria fresca e, nonostante qualche ruga sulla fronte, mostra un sorriso frizzante. Lui, oltre che canuto, straripante e con un ghigno da Nosferatu, le incombe addosso e, a volte, quando le bisbiglia qualcosa all'orecchio, pare quasi tentato di addentarle il collo. Lei, per intenderci, e' Emma Bonino; lui, Marco Pannella, i due esponenti del Pr di cui si parla tanto.
L'accostamento, pero', e' squisitamente politico perche' il vecchio capo storico dei radicali, prossimo ormai ai settanta e fisicamente un po' acciaccato (i maligni lo chiamano Er Piotta della politica), non intende affatto ritirarsi dalle scene che calca da decenni riscuotendo sempre meno applausi. Anzi, cerca pervicacemente di restarvi ancora per un pezzo grazie a lei - che sulle scene ha cominciato a trionfare - sfruttandone la simpatia, il prestigio, la popolarita' e imponendosi come il suo indispensabile Pigmalione.
Tutto e' cominciato quando, tempo fa, e' circolata l'ipotesi di mandare per la prima volta una donna al Quirinale e un ex deputato del Pr, Giovanni Negri, ha subito pensato alla Bonino, sua buona amica e allora commissaria europea in carriera: idea accolta da molti con straordinario entusiasmo, sponsorizzata con il felice slogan "Emma for president" e di cui si e' occupata con risalto pure la stampa straniera.
Chi evoca quei giorni dice che li' per li' l'interessata, pur se lusingata dai calorosi consensi raccolti un po' dovunque, non ha nascosto le sue perplessita' sull'opportunita' dell'iniziativa; e, decisa a restare a Bruxelles per badare agli aiuti umanitari, suo compito di commissario, sulle prime non ha mosso un dito per favorirla. Ma a forzarle la mano e' intervenuto, appunto, Pannella di cui, per la verita', si erano perse le tracce: sofferente di cuore, ricoveratosi in ospedale per restaurarlo e snobbato dai giornali, aveva l'aria di un politico in quiescenza.
Macche' quiescenza. Accortosi al volo del grande interesse suscitato dalla candidatura di una donna radicale al Quirinale, il vecchio Marco e' tornato d'improvviso alla ribalta: ha messo sbrigativamente da parte Giovanni Negri sostituendolo nelle manifestazioni organizzate in favore della presidenziabile e proclamando a tutti i venti che meta' degli italiani al Quirinale volevano lei. L'operazione "Emma for president", che per la verita' non ha mai avuto molte chance di riuscire, non e' poi andata in porto perche' il Parlamento ha optato per un uomo, Carlo Azeglio Ciampi; ma Emma ne e' uscita ugualmente alla grande e Marco, di cui nessuno parlava piu' da tempo, si e' cosi' prontamente riciclato. Quanto a Negri, ha dichiarato che si e' sentito come l'italiano Meucci, inventore del telefono, dinanzi a Bell che gli soffio' il brevetto.
Di li' a poco, quando la Bonino ha stravinto nella battaglia elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo raccogliendo un milione 218 mila voti di preferenza, Pannella, che ne aveva ottenuti invece solo 466 mila e che durante la campagna s'era tenuto prudentemente in disparte, non ha minimamente pensato a cederle il suo scettro e farne la sua erede. Anzi, ha voluto rimarcare che lo scettro sarebbe rimasto in mano sua e di eredi non ne aveva bisogno.
Subito dopo il responso delle urne e' corso dinanzi a microfoni e tv, ha concionato i giornalisti, accorsi al quartier generale dei radicali piu' per vedere lei che lui, dettando in sua assenza uno dei suoi soliti, enfatici e confusi manifesti politici: "Noi siamo partito di opposizione alla maggioranza e partito di opposizione all'opposizione". E ha folgorato con un'occhiataccia la cronista di una radio privata che aveva chiesto: "Ma perche' stasera parla solo Pannella, se le elezioni europee le ha stravinte la Bonino portando il partito all' 8,5 per cento?".
E ora, sino alla fine di agosto, Emma dovra' girare con Marco per le spiagge della penisola a raccogliere, tra i bagnanti, le firme per i venti referendum che, proposti di recente dai radicali, dovranno essere presentati in Cassazione entro il prossimo settembre: una corve' simile a quella che il leader ha fatto compiere alla compagna di partito tempo fa, quando le impose di lasciare su due piedi il suo lavoro di commissaria a Bruxelles per andare a Roma a manifestare, davanti a palazzo Chigi, in difesa del finanziamento a Radio Radicale.
Ma a confermare che a Pannella l'immagine del vampiro forse si addice c'e' dell'altro. Verso la meta' di luglio, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha proposto per telefono alla Bonino di candidarsi con il Polo a Bologna nelle elezioni suppletive di novembre per la Camera dei deputati ma, anziche' un "si'", un "no" o un "ni", si e' sentito rispondere: "Devi parlarne con Marco, non con me".
Qualche giorno piu' tardi, il cavaliere ha voluto discutere questo progetto con lei invitandola a pranzo in un ristorante nel quartiere del porto fluviale di Strasburgo, ma si e' trovato Pannella a capotavola, accanto alla Bonino e, piu' che con l'auspicata concorrente al seggio bolognese, ha dovuto discutere con il suo manager le condizioni per l'ingaggio.
Lunedi' 26 luglio, infine, quando Berlusconi ha invitato di nuovo la Bonino a colazione nel suo alloggio romano di via del Plebiscito per parlare dei referendum radicali e dei rapporti tra i due partiti, la signora non e' arrivata sola: al suo fianco c'era, immancabile, Pannella. Che, poi a tavola, ha parlato piu' di lei. Meglio, a suo nome.
Invecchiando, il leader del Pr non e' pero' soltanto diventato, come dicono, un vampiro. E' anche rimasto un geloso e spregiudicato tirannello. Qualcuno ricorda che e' stato Pannella, nell'autunno dell'anno scorso, a sconsigliare alla Bonino di accettare la carica di titolare delle Politiche europee offertale da Massimo D'Alema, appena nominato premier. C'e' chi sostiene che, due mesi fa, sia stato sempre Pannella a farle rifiutare un'altra carica importante, quella di rappresentante dell'Onu nel Kosovo, proposta dal nostro governo. E sembra che sia stato di nuovo lui a indurla a costituire a Strasburgo un gruppo parlamentare accordandosi con il deputato fascista, razzista e antisemita Jean-Marie Le Pen: accordo che, discusso durante il recente congresso radicale, pur se bloccato in extremis dal Parlamento europeo, ha suscitato l'ira del presidente onorario del partito Bruno Zevi, esponente della comunita' ebraica.
I due, naturalmente, negano tutte le cattiverie che circolano nel Palazzo. "Emma , poverina, non e' autonoma? Siamo alla patologia politica", sghignazza lui; e, per dimostrare in pubblico che si tratta di chiacchiere giornalistiche, si prodiga in fervidi elogi per la sua compagna dipingendola come la migliore governante europea. "Io sarei la protesi di Pannella? Ma non diciamo sciocchezze", precisa lei; e per essere ancora piu' esplicita dice che, tranne "qualche incazzatura", con Pannella va d'accordo da vent'anni. Ma sono dichiarazioni ufficiali che convincono solo i radicali doc, per i quali "Marco ed Emma sono un'accoppiata politica perfetta, lui un infallibile stratega, lei una brava esecutrice, altroche' ragazze e vampiri". I piu', invece, sono perplessi
Zevi, per esempio, e' preoccupato e si chiede chi comanda oggi nel partito: la rivelazione Bonino o il frusto Pannella? E, come lui, molti si domandano perche' la rivelazione Bonino non acquista finalmente una piena indipendenza da quel suo capo ormai troppo fane'. Anche Adele Faccio, gia' parlamentare del Pr e ora in pensione, sembra inquieta: "Marco sara' pure un genio ma, se non ti comanda, non e' contento. E vedo che, purtroppo, ha ripreso il potere sulle persone che lo circondano. Quanto a Emma, l'ho sempre stimata molto e so che sa cavarsela benissimo quando non ha Pannella addosso. Ma non ha la forza di liberarsene".
Non ce l'ha davvero? Il presidente dei senatori di Forza Italia, Enrico La Loggia, quando parla dei rapporti tra i due radicali del momento, sembra un po' piu' ottimista: "La Bonino e' del '48: quindi, ha raggiunto la maggiore eta' anagrafica", dice. "Ora mi auguro che conquisti al piu' presto anche quella politica: se lo meriterebbe". E, giorni fa, le ha mandato un messaggio suadente: "Cara Emma, se ci sei, batti un colpo".