Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 28 giu. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 6 agosto 1999
DOVE PRENDONO I SOLDI
Chi trova una radio trova un tesoro

da L'ESPRESSO del 12 agosto 1999

Rimborsi elettorali. Prestiti e sottoscrizioni. E la storica emittente in vendita per 120 miliardi. Conti in tasca al partito di Pannella

di Cristina Mariotti

Arrancheranno in carovana per le bollenti spiagge d'agosto, piazzando i loro banchetti persino sul bagnasciuga, i vu cumpra' radicali alla caccia di firme e di soldi: ma Emma Bonino e Marco Pannella hanno scelto stavolta i lidi della vacanza nazional popolare. Faranno una comparsata in grande stile dal 12 al 15 solo sulla costa romagnola, tra Rimini e Riccione, e magari anche a Ostia, meta balneare dei romani di Roma. Forse gli andra' meglio che in Costa Smeralda, dove qualche anno fa batterono cassa con miseri risultati: "Ma si sa, i piu' ricchi sono anche i piu' avari", sentenzia oggi la Bonino.

Qualche delusione e' gia' arrivata. Dove sono finiti gli entusiasti sponsor che fecero decollare il comitato Emma for president? Non e' noto quanto, ma si sa che allora le contribuzioni furono molto generose. Adesso, si aspetta ancora una risposta alle centinaia di lettere spedite "in via prioritaria" ad altrettanti grandi imprenditori. E anche se l'incipit era "Non vi chiediamo niente", in realta' ci si aspettava qualcosa, visto che i cinque referendum sulla liberta' d'impresa sembrano fatti apposta per le loro esigenze. E infatti a parole il sostegno c'e': in prima fila l'associazione giovani industriali di Emma Marcegaglia, e quelli della Life, i piccoli del Triveneto d'ispirazione leghista che stanno dando una mano nella raccolta delle firme: "Ma le casse sono al verde", dice Cavaliere Boer, esponente Life di Pordenone. E pensare che proprio nel Triveneto dove la lista Bonino ha trionfato diventando il secondo partito, i radicali pensavano di affondare nel burro. Forse per questo e' stata tanto pubbliciz

zata in compenso l'offerta di quella militante che su tre milioni di busta paga ne ha offerto uno.

Soldi soldi soldi: non pensano ad altro oggi i radicali lanciati nella corsa pazza dei venti referendum. "Una mostruosa macchina organizzativa e pubblicitaria che di qui a settembre, termine di raccolta delle firme, brucera' almeno venticinque miliardi", dichiara Danilo Quinto, tesoriere del partito che dopo anni di magra di colpo si e' trovato a fare il giocoliere dei grandi numeri. E spiega: "Gia' ad aprile, in previsione della campagna Emma for president e poi per le elezioni europee e i referendum, avevamo calcolato che ci sarebbero serviti una cinquantina di miliardi. Ma sapevamo anche dove prenderli".

CosI' E' durata poco la polemica a proposito delle straripanti risorse radicali, regalo di Berlusconi o di chissa' chi, visto il bilancio pubblicato su "Repubblica" (altri cento milioni) subito dopo le elezioni e in cui si documentavano voce per voce tutte le spese. "Magari gli altri facessero lo stesso", dicono oggi i compagni con la rosa nel pugno. Certo, una potenza di fuoco impressionante per un partito in eterna bolletta che da un giorno all'altro si e' potuto permettere centinaia di spot in tivvu' (perlopiu' su reti Mediaset) e all'incirca 40 milioni di lettere agli elettori firmate da Emma Bonino e postazioni telematiche e manifesti a gogo' e pagine pubblicitarie su tutta la stampa nazionale. Il conto finale? Lira piu' lira meno, 25 miliardi. Uno sproposito. E meno male che la competizione ha fruttato tre milioni di voti il che vuol dire circa 14 miliardi di rimborso elettorale. E se non fosse andata cosi'? Se la lista Bonino non avesse acchiappato l'8,5 per cento? Di sicuro non sarebbe bastata a pare

ggiare i conti la vendita di Radio radicale 2, registrata per dieci miliardi lordi, al netto nemmeno sette. E neppure il prestito bancario di quattro miliardi e 200 milioni garantito dal patrimonio immobiliare del partito nonche' dal provider informatico Agora'. Vista cosi', la scommessa radicale e' stata quasi un azzardo.

E adesso si replica. Per il successo dei referendum si mette in palio tutto il tesoro e per primo il gioiello piu' prezioso, quella Radio radicale 1 che e' un po' l'emblema di tutte le contraddizioni pannelliane e di per se' un paradosso italiano. Radio militante e di governo, buona per dare fiato a chi pensa di vivere in un regime e per amplificare in diretta tutte le voci istituzionali, da Montecitorio all'aula bunker del processo Andreotti e compensata per il servizio con dieci miliardi l'anno (dal '94 - decreto triennale firmato dall'allora ministro delle Poste Pinuccio Tatarella - fino al 2.000), benche' nel frattempo la Rai si sia dotata di un Gr Parlamento che pare sia costato un'ottantina di miliardi. Ci fu anche una trattativa a suo tempo per riassorbire Radio radicale nell'azienda pubblica utilizzandone frequenze e competenze, ma la cosa non ando' in porto perche' a giudizio di Pannella e soci l'offerta d'acquisto era troppo bassa: solo 25 miliardi, mentre secondo loro ne valeva molti, molti di piu

'. Non una piega invece sull'anomalia di conferire la radio al baraccone pubblico che da anni i radicali vorrebbero smantellare mettendolo in mano ai privati.

Benvenuti compratori o altri partner commerciali: ma se ne troveranno disposti a sborsare i 120 miliardi pretesi oggi o la stima sembra gonfiata? Intanto pero' il tempo corre e la macchina dei referendum ha bisogno di altro carburante: ecco percio' l'idea, lanciata domenica scorsa all' ultimo congresso radicale, di un prestito politico senza interesse - quota minima dieci milioni - per il quale si riceveranno in cambio come garanzia quote azionarie dell'emittente. "Avremmo potuto rivolgerci alle banche", spiega Paolo Vigevano, editore di Radio radicale, ma sarebbe stato piu' rischioso oltre che piu' vincolante". Un successo, a quanto sembra: due giorni dopo l'appello fatto a viva voce dalla coppia Bonino-Pannella, sono arrivati in cassa quasi 500 milioni. Ed eccoli finalmente gli imprenditori: con tre quote da 50 milioni ciascuna e un'altra da cento, ma a sorpresa spunta un ristoratore di Palermo.

Una goccia nel mare, viste le uscite: i tre miliardi gia' spesi per i dieci milioni di lettere spedite a cittadini del Nord (nove milioni) e a giovani (un milione) ai quali Emma chiede di firmare, e il costo delle migliaia di manifesti formato Benetton, tre per sei, che tappezzano tutte le principali citta' con la sua foto, e gli spot programmati sulle reti Mediaset e sulle piccole emittenti locali, oltre ai cinquemila ragazzi arruolati ai tavoli delle firme per i referendum days del 28-29 luglio (exploit che sara' ripetuto i prossimi 2 e 3 settembre).

Cosi' ora si pensa di dare il massimo risalto all'iniziativa del prestito politico con una megapubblicita' sul "Sole 24 Ore", l'unico quotidiano salvato da Marco Pannella nell'invettiva contro i media che trascurano i radicali. A braccetto con la Confindustria, perche' no? Del resto a chi e' finita Radio radicale 2, emittente che trasmetteva a Roma e su poche altre frequenze minori, venduta fin dalla primavera scorsa? Proprio al "Sole", che si e' preso il 36 per cento dal compratore Gianni Miscioscia, e aprira' in autunno una all news tutta economica.

Vanno all'incanto anche le altre pietruzze preziose del patrimonio radicale, incluso il Centro di rilevazione televisiva che dai primi anni Ottanta conteggia le presenze di ciascun partito (stimato nove miliardi, ma sembra davvero tanto) e l'Agora' telematica (15 miliardi) e persino la storica sede di via di Torre Argentina, al numero 76 (otto miliardi e mezzo con l'altra di fronte al Teatro dell'Opera). Ma intanto servono soldi freschi, subito. Funziona a mille il call center inventato tre anni fa dal tesoriere Danilo Quinto per tenere in caldo sostenitori e firmatari; una trentina di addetti che da dieci postazioni telematiche raccolgono versamenti in tempo reale con la carta di credito: mille contatti riusciti al giorno, dodici milioni di raccolta. Nella caotica confusione delle stanze di via di Torre Argentina, quella dei vecchi radicali di sempre, appaiono un congegno perfetto. Sono stati addestrati all'americana, sulla base di telefonate tipo scritte come se fossero piccoli soggetti, a misura dell'inte

rlocutore. Ovvio che in queste settimane vengano sollecitati e coccolati tutti quelli da cui si puo' cavar denaro.

Poi, alla fine, sempre che il quorum sia stato raggiunto, ci sara' la benefica pioggia dei rimborsi elettorali: mille lire a firma con un tetto di cinque miliardi. Al partito che ha sempre votato contro queste leggi.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail