Da IL MATTINO, sabato 7 agosto 1999di CLAUDIO SARDO
Niente ferie d'agosto per Emma Bonino. La tabella di marcia dei referendum prescrive la raccolta di 100mila firme in questo mese. E, al terzo piano di via di Torre Argentina, sede dei radicali, la fabbrica di moduli, timbri e convalide e' in frenetica attivita'. La Bonino, comunque, sorride: "Sono moderatamente ottimista. La tre giorni di fine luglio e' andata bene e credo che ce la faremo. Sputando sangue, ma ce la faremo".
Chi e' il primo bersaglio dei vostri referendum? D'Alema, Cofferati o Berlusconi?
"Il nostro bersaglio e' la conservazione dell'esistente. Del blocco conservatore, in Italia, fanno sicuramente parte i sindacati. Ma anche un pezzo di Confindustria e quegli esponenti del Polo che continuano ad invitarci alla prudenza e alla moderazione".
Nel Polo sono in molti a dire: il merito dei referendum e' condivisibile, non i tempi.
"Peccato che i tempi siano essenziali in politica. Non e' un segreto l'opinione di Berlusconi: di questi temi, dice, parliamone nel 2002, quando saremo noi a governare. Ma, davanti a questi dati sulla crescita del lavoro nero e la compressione dei consumi familiari, credo che sia piu' responsabile la nostra fretta".
Al recente congresso, lei ha proposto un accordo di desistenza con lo schieramento che sosterra' i referendum...
"Ho proposta la desistenza con la coalizione che avra' un programma di governo liberale e liberista. Dunque, niente scambi con i referendum".
Ma, allo stato, ha maggiori probabilita' di allearsi con la lista Bonino il centrodestra o il centrosinistra?
"E' proprio quello che voglio vedere. Per noi valgono i contenuti. Allearsi con il centrosinistra cosa vuol dire? Stare con Amato o con Cossutta? E alleandosi con il centrodestra si sta con Fini o con Buttiglione?"
Voi radicali siete da decenni sostenitori del sistema inglese, ma quando c'e' da scegliere tra due Poli cercate sempre un distinguo.
"Il sistema inglese e' bipartitico. In Italia, invece, vige uno strano e malato bipolarismo. Al tempo della proporzionale, i partiti erano 12. Oggi, il combinato disposto di legge elettorale, finanziamento pubblico e regolamenti parlamentari ha prodotto una trentina di partiti. Dovremo sentirci a nostro agio in questa partitocrazia virtuale?"
Se la legislatura proseguira' fino al 2001, cosa farete voi radicali alle regionali? Sono possibili alleanze diverse nelle diverse Regioni?
"Non abbiamo ancora deciso. Ma credo che faremo una scelta nazionale. Le regionali staranno comunque in un percorso che porta alle politiche".
La Loggia, capogruppo di Forza Italia al Senato, le chiede di affrancarsi da Pannella. E' un appello rilanciato da molti.
"Mi fa sorridere un appello all'autonomia lanciato da La Loggia... Comunque, dal momento che anche l'Espresso dedica cinque pagine al vampiro-Pannella e alla protesi-Bonino, debbo pensare che a qualcuno siano saltati i nervi. A parte il riflesso maschilista della polemica - una donna che fa politica deve sempre avere un mentore - e' evidente che il nostro risultato alle europee fa paura a molti".
La sinistra critica i vostri referendum perche' liberisti e non libertari. Perche' non promuovono pari opportunita', ma puntano a distruggere i corpi intermedi. Cosa risponde?
"Che stavolta abbiamo volutamente lasciato da parte i temi piu' libertari per lanciare un segnale forte su fisco, previdenza e gli apparati burocratici dei sindacati. Le liberta' economiche degli anni '90 sono l'altra faccia delle liberta' civili degli anni '70. Non vogliamo eliminare i corpi intermedi, ma questo corpo intermedio, costituito dalla struttura sindacale di oggi, e' obsoleto. Del resto, credo che Cofferati non sia tanto preoccupato per i referendum sulla flessibilita', quanto per quelli sul patronato e le quote sindacali. E' li' che il potere sindacale viene incrinato".
Onorevole Bonino, per la sua mancata nomina alla Commissione europea da' piu' la colpa a D'Alema o a Prodi?
"D'Alema e Prodi hanno scelto insieme. Ma non bisogna dimenticare, nel giorno della decisione, le prese di posizione dei tre sindacati confederali, di Tronchetti Provera e di Agnelli. Solo Cuccia non ha fatto in tempo a dare la sua adesione... Un fuoco di sbarramento davvero impressionante".
Nascera' a Strasburgo il vostro "gruppo tecnico" dopo le polemiche sulla strana alleanza con Le Pen?
"Sono vent'anni che cerchiamo di costruire gruppi tecnici a Strasburgo e poniamo la questione delle prerogative e delle possibilita' di lavoro di chi non appartiene alle cosiddette grandi famiglie politiche... Nel '79 formammo il nostro primo gruppo con un comunista danese antieuropeo. Allora nessuno si scandalizzo'".
Ma perche' questi gruppi tecnici?
"Al Parlamento europeo, il gruppo misto non esiste. Chi non fa parte di un gruppo strutturato non ha diritto di parola e non e' in condizione di svolgere il proprio mandato".
A Strasburgo, pero', il bipolarismo italiano non c'entra. Se non trovate casa neppure li', il problema siete voi.
"L'Europa e' a un bivio decisivo. Deve scegliere tra l'ipotesi federalista e quella del grande mercato di libero scambio. Noi siamo federalisti da trent'anni, ma a Strasburgo non c'e' un gruppo che si ispira a questo principio. Il gruppo popolare, dopo l'ingresso dei conservatori inglesi, ha smesso persino di scrivere Stati Uniti d'Europa nei propri documenti. Ma anche negli altri gruppi non c'e' vera convergenza sui programmi. Per questo conduciamo la nostra battaglia federalista fuori dalle grandi famiglie".
Lei ha bocciato la par condicio governativa. Perche' tante critiche, quando il divieto di spot elettorali vige in tutti i maggiori Paesi europei?
"Eh no! Dall'Europa non si puo' prendere solo la cosa che piace. Non si puo' adottare il divieto di spot e poi dimenticare che la Francia e l'Inghilterra hanno una sola rete pubblica. Peraltro, vorrei ricordare che in un Paese sicuramente democratico come gli Stati Uniti c'e' la piu' totale liberta' negli spot politici".
Ma e' giusto o no fissare regole che garantiscono parita' di condizioni?
"Certo. Le chiediamo da decenni. Ma come puo' D'Alema affidarsi all'illusione proibizionista? Come puo' stabilire per conto degli italiani, forse considerati analfabeti, che i dibattiti di Vespa siano piu' adeguati di uno spot? Peraltro, la mostruosita' del progetto e' completata da improbabili limitazioni per Internet e dal criterio proporzionale nelle presenze televisive della campagna elettorale: tanti deputati, tanti minuti e addio pari opportunita'".
Le presenze proporzionali sono una richiesta di Forza Italia.
"Ora che Berlusconi ha preso il 25% vuole limitare le opportunita' degli altri. Facile fare i liberali solo in casa altrui. E poi mi dicono che dobbiamo scegliere tra questi Poli..."