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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 7 agosto 1999
BONINO E PANNELLA ORA DEVONO CREARSI UN GRUPPO DIRIGENTE

da ITALIA OGGI, sabato 7 agosto 1999

"Il punto" di Raimondo Cubeddu (prima pagina, prosegue a pagina 8)

Dopo i referendum days, che stanno raccogliendo adesioni, e soprattutto firme, in maniera superiore a qualsiasi aspettativa, Bonino, Pannella e il risorto Partito radicale hanno festeggiato l'ottimo inizio di quella che appare una nuova stagione politica nel solito Hotel Ergife. Di li', e con buoni argomenti, hanno ribadito che partiti, parlamento e governo non sono capaci di gestire un processo di modernizzazione che non puo' essere ulteriormente rinviato in attesa che possa diventare una "modernizzazione di sinistra" o di "centro".

In sostanza, ci si trova di fronte a una richiesta di rappresentanza politica e sociale che il pur variegato panorama politico non e' stato in grado di soddisfare. Da una sommaria lettura delle proposte dei referendum, infatti, appare chiaramente come cio' che li anima e li unifica sia un progetto di "riduzione del costo della politica" che , come e' stato osservato, assume un carattere rivoluzionario sia per i contenuti, sia per le forme con le quali lo si intende realizzare. Cio' induce immediatamente a chiedersi come Pannella vorra' utilizzare tale insperato consenso nei confronti di una forma di lotta politica che l'esito del referendum sull'abrogazione della quota proporzionale sembrava aver destinato al dimenticatoio. Sapra' utilizzarlo in maniera diversa dal modo in cui finora e' riuscito a utilizzare un consenso che variava tra il 2 e il 4% dell'elettorato? Un consenso attorno al 9%, e, per di piu', in crescita, impone infatti strategie politiche diverse da quelle finora espletate. La situazione che

si presenta, se si parte dalla constatazione che una larga parte dall'elettorato sembra aver ormai capito che il vero problema dell'Italia e' quello della drastica e indilazionabile riduzione dei costi di intermediazione politica, si apre infatti a scenari che possono essere radicalmente diversi da quelli finora sperimentati.

Non appare infatti possibile prevedere che direzione potra' assumere la crisi dell'attuale compagine governativa di sinistra. Ne' appare possibile prevedere se il Polo, e soprattutto Berlusconi, potranno porsi come punto di riferimento di una richiesta di cambiamento che appare trasversale rispetto agli schieramenti attuali, o se invece cerchera' di monitorarlo da una posizione di centro che puo' tuttavia correre il rischio di restare spiazzata. Soprattutto nel caso di un ulteriore avanzamento elettorale dei Radicali alle prossime elezioni regionali.

Bonino e Pannella nelle recenti elezioni europee sono riusciti a trasmettere un messaggio politico nuovo servendosi di canali di comunicazione politica che si sono rivelati assai efficaci. L'uso di buoni strumenti, tuttavia, non basta per conseguire risultati strategici. E questo anche se si dispone di un buon prodotto politico, di buoni venditori, e se si riesce a entrare in sintonia con una domanda politica che fino a quel momento era rimasta inappagata.

Stabilito un contatto diretto con l'utenza (potenziale elettorato), bisogna riuscire a consolidare il rapporto di fiducia e a trasformarlo in iniziative e in risultati concreti. Riuscire a trasmettere un messaggio e' infatti molto piu' facile che riuscire a soddisfare aspettative sociali. Il vero problema consiste nella formazione di una nuova entita' politica e di un blocco sociale che sia disposto ad assumersi i costi della realizzazione delle aspettative.

Per ottenere questo risultato Pannella sembra orientato a superare la tradizionale forma di consolidamento del consenso che passava attraverso i partiti politici tradizionali. In questo modo si incammina verso una nuova modalita' di concepire la politica che di tutto puo' fare a meno ma non di un gruppo dirigente che sia in grado di porsi come un punto di riferimento in termini di ideazione e di elaborazione di campagne politiche e di creazione di fiducia.

Gia' altre volte Pannella era riuscito ad attirare e a creare un personale politico di ottimo livello, ma anche a dissolverlo. Il problema reale e' quindi quello di trasformare il consenso raccolto sui referendum in una classe politica che sia in grado di smantellare l'attuale meccanismo di potere. La Thatcher e Reagan, per fare gli esempi dei maggiori rivoluzionari di questo ultimo quarto di secolo, avevano vinto presentandosi senza infingimenti con un programma di riduzioni del Welfare state, ma avevano anche idee precise e uomini per realizzarlo.

Pannella sara' in grado di fare altrettanto? E, soprattutto, ha gli uomini per fronteggiare con successo la reazione di coloro i quali non sono disposti a veder ridotte le loro quote di potere e di rendita politica?

Sovente, quando si raccoglie consensi su progetti cosi' radicali e rivoluzionari si dimentica che la lotta politica non e' fatta soltanto di referendum e di elezioni vinte.

In realta', nelle moderne democrazie, la lotta politica, piu' che in battaglie campali, si sviluppa come un'ininterrotta guerriglia scandita da scontri frontali (referendum ed elezioni) che modificano le posizioni dei partiti in competizione, ma senza eliminare la guerriglia. Il fatto e' che per combatterla e vincerla sono necessarie strategie, mezzi e capacita' che sono diversi da quelli che danno la vittoria nelle battaglie. Poiche' conquistare una posizione (il potere, anche se per smantellarlo) e' piu' difficile che difenderla, oltre a un esercito compatto, buone idee e mezzi di comunicazione e' necessario avere quadri. E poiche' questo avvenga, Bonino e Pannella dovranno riuscire in tempi brevi a creare non solo una classe politica e un gruppo dirigente ma anche quell'innumerevole quantita' di contatti coi cosiddetti poteri forti, e di centri di elaborazione di idee e di progetti politici, che rappresentano il vero handicap dei partiti e dei movimenti politici che si sono finora opposti alla sinistra. D

ovranno, in altre parole, attrezzarsi anche per combattere la guerriglia.

 
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