COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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MINISTRO BERLINGUER, NON SI FERMI AI DISCORSI DI FERRAGOSTO, VADA OLTRE RICORDANDOSI CHE GLI UTENTI DEL SERVIZIO SCOLASTICO OBBLIGATORIO OGGI SONO MOLTO DIVERSI DA QUANDO NEL 1946 SI STABILI' COSTITUZIONALMENTE IL PRIMATO DELLA CHIESA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA.
Firenze, 12 Agosto 1999. Il ministro della Pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer, in un'intervista si e' pronunciato perche' nella scuola si faccia cultura e non catechesi, mettendo una parola fine all'insegnamento del catechismo nelle scuole statali.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Finalmente un ministro che dice quello che pensa senza prima usare la bilancina degli equilibri della maggioranza politica e culturale di cui e' espressione. Una buona occasione di confronto, specialmente su una questione, la scuola dell'obbligo, dove i "grandi" hanno sempre deciso tutto per i "piccoli", stravolgendo i rapporti che, invece, ci sono nella vita quotidiana, con "piccoli" che, in fondo, sono loro gli utenti del servizio obbligatorio scolastico, e sono loro ad indirizzare le scelte dei "grandi".
Invitiamo il ministro a non fermarsi, ed a portare alle logiche conseguenze le sue riflessioni, per farle uscire dal clima ferragostano in cui sono state pronunciate e farle divenire proposta.
L'impostazione che vige nella scuola dell'obbligo sulla materia, e' quella del 1946, quando i costituenti decisero di offrire un canale privilegiato alla confessione cattolica apostolica romana. Ma l'Italia dal 1946 al 1999 e' molto cambiata, e con lei il mondo circostante. In particolare sono aumentati i mezzi di informazione e comunicazione, che -oltre ad aprire, con un certo successo, le frontiere della conoscenza a culture e religioni prima sconosciute- stanno portando a vivere in Italia molte persone di religioni e abitudini che un tempo venivano definite eretiche: persone che sono loro stesse in eta' scolare, e che poi fanno figli che vanno alla scuola dell'obbligo, e che non si possono accontentare di dispensarli dall'ora di religione, mentre, invece, pagano le tasse per questa ora di religione.
E queste cose crediamo le sappia anche il ministro Berlinguer. Per questo gli chiediamo di non fermarsi ad un discorso sotto l'ombrellone a ad arrivare alla radice del problema: l'incongruenza dell'esistenza dell'ora di religione cattolica apostolica romana nella scuola dell'obbligo. E trasformare il riconoscimento di questa incongruenza in vera e propria proposta abrogativa.