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Conferenza Rivoluzione liberale
Donvito Vincenzo - 19 agosto 1999
PREZZI DELLA BENZINA

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

URL: http://www.aduc.it

mailto aduc.it@aduc.it

Tel.055290606 - 0552302266

ANTITRUST, SE CI SEI BATTI UN COLPO

Firenze, 19 Agosto 1999. Siamo solo agli inizi dell'abituale balletto d'agosto sui prezzi della benzina, anche se il mese va verso la fine. Il massimo effetto c'e' da aspettarselo settimana prossima, con i sicuri aumenti e la presa d'atto dell'inutilita' degli interventi del Governo.

Interviene cosi' il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.

Gli attori di questa sceneggiata sono pochi e intrecciati fra di loro.

Ci sarebbero i petrolieri, ma nello stesso non ci sono, perche' chi dovrebbe controllare la correttezza del loro operato -lo Stato- e' nello stesso tempo un controllato, cioe' un petroliere (Agip Petroli, pacchetto di maggioranza di proprieta' del Tesoro): le loro iniziative, quindi, non rispondono a logiche di mercato, ma all'equilibrio tra Stato e oligopolio che gli altri hanno costituito per meglio difendersi dallo Stato controllore/controllato. E questo lo si deduce dal fatto che, come succede abitualmente per prodotti di largo consumo qual'e' per l'appunto la benzina, sul mercato non si presentino ogni tanto dei "pazzerelli" che propongano prezzi stracciati.

Poi c'e' il famoso impegno del Governo che -sinceramente- non si riesce a capire in cosa sia oltre che a chiedere il rinvio di cio' che poi, puntualmente, si verifica: l'aumento dei prezzi. Un impegno che e' viziato in partenza: quale interesse avrebbe lo Stato a far contenere i prezzi o a farli diminuire? Lui stesso -in quanto petroliere e in quanto Stato- ci guadagnerebbe meno (oltre ai due terzi di accisa, grazie agli aumenti dell'ultimo mese -rispetto all'anno scorso- le entrate Iva sono di 50 miliardi di lire in piu' al mese).

In questo marasma intrecciato, quel poco di mercato che potrebbe sopravvivere, viene debitamente viziato dagli oligopolisti: la ormai mitica ristrutturazione della rete di distribuzione batte il passo da anni, perche' le grandi aziende, invece di vendere le stazioni di servizio, preferiscono chiuderle, cosi' ci sono meno concorrenti. Non solo, ma approfittando del fatto che lo Stato e' complice per maggiori guadagni, invece di ristrutturare con i guadagni cio' che non vendono, ristrutturano aumentando il prezzo del prodotto al dettaglio (nel periodo 93-95 i loro margini di guadagno sono aumentati del 100%, mentre gli investimenti sulla rete sono aumentati solo del 50%).

E' chiaro perche' il nostro chiedere all'Antitrust di battere un colpo se c'e', e' l'unica strada percorribile. Gli intrecci di interessi sono tali che si potrebbe fare chiarezza solo con un intervento dell'organismo di controllo sulla concorrenza, per fare pulizia di questi intrecci (soprattutto intimando allo Stato di abbandonare, vendendo, la sua presenza imprenditoriale) e far pagare ai petrolieri il loro finto gioco di mercato e concorrenza.

Il consumatore, in questa situazione, e' un soggetto inesistente. E' solo un compratore, perche' mancando norme che impediscano la presenza dello Stato/petroliere e la creazione di oligopoli, il suo potere di determinare l'offerta grazie alla domanda, e' inesistente. Siamo, cioe', in presenza di giochi di potere con fini economici, e non a regole che facciano guadagnare i migliori.

 
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