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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 23 agosto 1999
Intervista di Gay.it a Marco Cappato, deputato europeo della Lista Bonino e Coordinatore dei Radicali

Come commenta gli incidenti avvenuti in Versilia?

Da radicale, liberale e libertario, premetto che ognuno va lasciato libero di esprimere la propria opinione, anche se negativa, sull'omosessualità e sugli omosessuali, basta che lo faccia civilmente. Dopotutto, come noi dicevamo già in passato, anche gli intolleranti ed i sessuofobi sono dei "diversi". Esprimono opinioni che spesso sono minoritarie nella società e nel mondo politico, e puntualmente sollevano solamente un polverone che crea scandalo nei media e nell'opinione pubblica. Il discrimine sta nella violenza. Gli episodi che sono accaduti a Torre del Lago si commentano da soli. Sono atti violenti, che si ritorcono come da copione su coloro che li hanno commessi (o ne sono stati conniventi), sia sul piano politico che su quello processuale. I vertici dei partiti a cui i facinorosi si richiamano si sono persi nella caccia interna al gay ed alle relative rettifiche, sconfessioni e retromarce.

Urso dice su "La Stampa": "Noi, a differenza della Bonino, con Le Pen non ci siamo voluti andare"

La questione è molto semplice: al Parlamento europeo i deputati che non si affiliano ad un gruppo politico tradizionale non godono degli stessi diritti rispetto agli altri deputati, divenendo così deputati di "seconda classe", ai quali è reso più difficile svolgere il loro lavoro politico ed istituzionale. In questo modo non solo si fa discriminazione tra gli eletti, ma anche tra i rispettivi elettori. Questo è intollerabile in democrazia. Non esiste insomma un gruppo misto come nel Parlamento italiano. Abbiamo quindi seguito una prassi per noi costante nel PE, proponendo come dal '79 agli altri deputati "non iscritti" di creare un gruppo tecnico, che a noi permetterebbe di portare avanti, o di avviare, battaglie libertarie ed antiproibizioniste sulla legalizzazione delle droghe, della prostituzione, dell'eutanasia, sulla procreazione, sulla liberalizzazione dell'immigrazione e delle unioni-contratti tra persone, anche dello stesso sesso. Alcuni dei "non iscritti", tra cui Le Pen, i leghisti ed i comunisti b

aschi, hanno accettato. Altri hanno aderito la mattina e ne sono usciti terrorizzati il pomeriggio, come Alleanza Nazionale: avevano paura che qualcuno ricordasse loro i tempi in cui l'accostamento dell'MSI con Le Pen era "politico", non "tecnico". Noi radicali non siamo perseguitati dai fantasmi del passato, non siamo dei "post" comunisti-clericali-fascisti come tutti gli altri, che devono sempre dimostrare di essere "altri" da quelli che sono stati fino a ieri. Urso si è probabilmente dimenticato di come noi, da posizioni politiche opposte alle loro, abbiamo sempre condotto una battaglia per i diritti civili e politici dei rappresentanti e rappresentati anche della destra, contro l'atteggiamento fascista ed antidemocratico di tutti i partiti.

Vari esponenti politici dicono di non essere contro gli omosessuali, ma contro i loro atteggiamenti definiti aggressivi, che vengono "imposti" alla società, soprattutto in occasione delle manifestazioni dell'orgoglio gay ed ora con "Versilia friendly". Cosa ne pensa?

Anche su questo, il discrimine è la violenza. L'espressione della propria identità attraverso comportamenti, effusioni, modi di vestirsi o travestirsi, non costituisce una violenza per nessuno. Certo anche comportamenti non direttamente "violenti" possono offendere il "senso della decenza" o la "sensibilità" di alcuni, giustificando alcune norme limitative o anche censorie di alcuni comportamenti individuali. Ed in questo vale e deve valere comunque il principio di equivalenza con gli eterosessuali. Mi auguro che l'intolleranza espressa in questa occasione contro le manifestazioni di visibilità gay e lesbica possa innescare una nuova stagione di lotta politica per una sessualità più libera per tutti, anche se è un peccato che la questione sessuale riemerga solo come reazione a eventi di discriminazione o intolleranza e non con un obiettivo politico di lungo termine, che trovi luogo di dibattito, confronto politico e mobilitazione anche nell'ambito di rassegne come quella versiliana.

Mi auguro ad esempio che la legge anti-discriminazioni - peraltro necessaria al fine di attuare parzialmente l'articolo 13 del Trattato di Amsterdam su questo tema - sia approvata in settembre come promesso dalla maggioranza di centro-sinistra. Il fatto che questo provvedimento non sia ancora stato preso, mentre negli altri stati europei si varano le leggi sulle unioni civili e sulle adozioni, lascia di che riflettere sul coraggio progressista delle forze di governo.

 
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