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Conferenza Rivoluzione liberale
Donvito Vincenzo - 25 agosto 1999
PETROLIO, BENZINA, PETROLIERI, STATO, MERCATO

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

URL: http://www.aduc.it

mailto aduc.it@aduc.it

Tel.055290606 - 0552302266

TUTTI ASSISTONO IMMOBILI E FANNO FINTA DI ESSERE IMPOTENTI, MA OGNUNO HA PRECISE RESPONSABILITA' CHE NASCONDE. E SOPRATTUTTO I METODI PER FERMARE GLI AUMENTI CI SONO, MA MANCA VOLONTA' POLITICA ED ECONOMICA DI APPLICARLI.

Firenze, 25 Agosto 1999. I prezzi aumentano e tutti i vari attori del mercato della benzina si dicono impotenti di fronte ad una presunta ineluttabilita' dell'escalation.

Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.

Ma noi consumatori siamo piu' attenti di quanto petrolieri e Stato credano. E soprattutto abbiamo un polso del mercato da una visuale diversa da quella loro. Non abbiamo un'azienda da far guadagnare o un potere da mantenere, ma solo un prodotto da acquistare che ci sembri equo in qualita' e prezzo, e su cui abbiamo la convinzione che potra' esserlo solo con l'abbattimento dei privilegi.

Gia' la settimana scorsa avevamo preannunciato cio' che sta succedendo in questi giorni, confortati anche dal fatto che il prezzo del barile aumentava e adusi al tradizionale imbroglio dei petrolieri che al minimo aumento -incuranti dei magazzini gia' esistenti- alzano subito i prezzi.

Ma in questi giorni c'e' un nuovo elemento che smaschera il vittimismo e le falsita' dell'Unione Petrolifera: il prezzo del barile sta scendendo e i prezzi aumentano (-2,3% ieri). Quindi anche l'abituale giustificazione e' venuta meno: il procedimento invocato per gli aumenti ha un andamento contrario ai loro prezzi. Probabilmente il cartello oligopolista dell'UP ha tempi di messa in opera volutamente lenti: per cercare di non farsi scoprire, non e' immediato negli aumenti e fa finta di non essere coordinatoi. Ma il "fattore aumento-barile", questa volta, lo ha tradito.

Dall'altra parte abbiamo lo Stato. Controllore con il ministero dell'Industria e controllato con l'Agip-IP (di cui detiene il controllo azionario e con cui ha una buona meta' del mercato, e per cui e' giusto che faccia di tutto per guadagnare, avvalendosi di cio' che si fa abitualmente in questo finto mercato).

Nella sua funzione di controllore -anche su obbligo della Commissione Ue- fa osservatori che promettono poco credibili liste di buoni e cattivi per la tasca del consumatore, e si dichiara impotente per il resto.

E qui lo Stato, come i petrolieri dell'UP, prende in giro i consumatori. Lo Stato, con il Governo, potrebbe intervenire, ma non lo fa per precisa scelta economica e politica. Potrebbe fare come in Grecia, dove il Governo di quel Paese ha proposto un disegno di legge per tornare ai prezzi amministrati, ma negherebbe il suo impegno pubblico ed istituzionale verso quella che chiamano liberalizzazione; e quindi, come una valvola di sfogo che e' meglio non tenere chiusa, lascia certe proposte alle componenti piu' archeologiche della maggioranza di Governo (il sottosegretario Nerio Nesi e il suo partito). Potrebbe prendere atto dell'anomalia negativa del mercato italiano -diviso in due fra Stato e oligopolio dell'Unione Petrolifera- e, dismettendo il suo impegno imprenditoriale, mettere una parola fine alla politica iniziata negli anni 60 con l'Eni: il mercato non avrebbe piu' condizionamenti e la funzione dello Stato sarebbe veramente al di sopra delle parti. Ma anche questo non lo fa, con l'illusione di preserva

re cio' che crede essere un gioiello economico, ma che, nello sviluppo dell'economia cosi' come prefigurato negli impegni comunitari, diventera' una pesante palla al piede.

Quindi, tutti protesi a cercare di sembrare innocenti, ma di fatto carnefici del mercato.

Oggi non ci sono soluzioni a breve termine. Resta solo la vigilanza, la denuncia pubblica e la richiesta di intervento del commissario Ue alla concorrenza, Mario Monti.

Ma, per favore, signor ministro dell'Industria e signori dell'UP, non fate gli angioletti. Noi consumatori sappiamo leggere e capire quanto voi.

 
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