Roma, 30 agosto 1999
"Se il problema dei due Poli bipolaristi è quello di combattersi a suon di Bertinotti-Cossutta, da una parte, e di Rauti-Buttiglione, dall'altra, sono entrambi alla frutta.
Questa Italia è quella del 1948, oggi decrepita, oscena e spaventata a morte. Il vecchio blocco sociale che incarna non rappresenta più che una minoranza di burocrati e di feudatari, con i loro clienti, dipendenti, e parassiti vari, che occupano poteri e sottopoteri senza legge.
Questi due Poli costituiscono un unico Partito, un'unica cultura, un'unica destinazione. Occorre, ora, organizzare l'altro Partito, con la maggioranza degli elettori, dei soggetti sociali, degli interessi diffusi che, nel Polo e nell'Ulivo, hanno cercato proprio quello che né l'uno né l'altro potevano dare: la Riforma, l'alternativa liberale, liberista, libertaria, federalista e democratica.
L'affermarsi di quest'altro Partito passa oggi dal progetto referendario radicale, quello di questi venti referendum (e non, per ora, d'altri)".