(ANSA) - ROMA, 2 SET - NON E' L'AUDITEL A MINACCIARE LA QUALITA' TELEVISIVA, ''SEMMAI IL PROBLEMA DELL' AUDITEL E' COME LO SI USA E GARANTIRNE IL FUNZIONAMENTO''. A PENSARLA COSI' E' MICHELE SANTORO, CHE COMMENTANDO L'ARTICOLO DI ALBERTO RONCHEY SUL TEMA, APPARSO OGGI SUL 'CORRIERE DELLA SERA', RILANCIA IL DIBATTITO SU QUALITA' TELEVISIVA E RUOLO DEL SERVIZIO PUBBLICO. ''IL CENTRO DEL PROBLEMA - AFFERMA - E' NON ATTARDARSI A PENSARE CHE ESISTA SOLO IL GRANDE PUBBLICO. SI RISCHIA LA MONOCULTURA''. GLI ESEMPI SONO QUELLI DI SEMPRE: ''E' GIUSTO CHE CI SIA IL FESTIVAL DI SANREMO, L'IMPORTANTE E' CHE LE ALTRE RETI OFFRANO PROGRAMMI ALTERNATIVI A QUELLA META' DEL PUBBLICO CHE SANREMO NON LO GUARDA''. QUESTO PERCHE' ''UN SERVIZIO PUBBLICO HA IL DOVERE DI RICERCARE TUTTE LE FASCIE DI TELESPETTATORI. E' UN DISCORSO CHE HA ANCHE UN VALORE IN TERMINI PUBBLICITARI. I COSIDDETTI 'PUBBLICI DI NICCHIA' SONO MOLTO APPETITI DAGLI INSERZIONISTI''.
''DA UTENTE'', SANTORO CITA AD ESEMPIO L'INFORMAZIONE ''CHIUSA PER FERIE ESTIVE'' E QUANTO LA RAI POTREBBE FARE PER SUPERARE IL PROBLEMA: ''CON VACANZE ORMAI SEMPRE PIU' CORTE PER LA MAGGIOR PARTE DEGLI ITALIANI, E UN PUBBLICO TV CHE IN ESTATE E' CRESCIUTO DI UN MILIONE DI SPETTATORI RISPETTO ALL' ANNO SCORSO, NON 'TENGONO' PIU' LE GIUSTIFICAZIONI DI SEMPRE SULL' ESTATE SENZA APPROFONDIMENTO. NEGLI USA NON ACCADE. POTREMMO ALTERNARCI E TENERE ACCESA LA TV IN ESTATE''.
