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Conferenza Rivoluzione liberale
Vecellio Valter - 6 settembre 1999
ALL'ATTENZIONE DEL DIRETTORE DEL CORRIERE DELLA SERA
DOTT.FRANCESCO CEVASCO

MILANO

DA VALTER VECELLIO

INVIATO DEL TG2

Roma settembre 6,999

Caro Direttore,

leggo sul Corriere della Sera del 4 settembre le dichiarazioni dell'ex giudice istruttore Giorgio Fontana, uno dei magistrati che si occuparono del cosiddetto caso Tortora. Dico cosiddetto, perché il realtà l'operazione in cui Tortora venne coinvolto ingiustamente, venne a suo tempo battezzata come "il venerdì nero della camorra". Furono centinaia e centinaia le persone arrestate; poi, ma solo dopo molto tempo, ci si accorse che parecchie decine degli arrestati erano omonimie. Nel solo primo grado le assoluzioni furono 104.Quello fu un venerdì nero, ma soprattutto per la giustizia e per chi ci credeva.

Per quanto riguarda Tortora il dottor Fontana ammette che l'ordine di cattura scattò per "pentito preso", cioè sulla base delle affermazioni di Giuseppe Pandico e Pasquale Barra due camorristi sedicenti pentiti; ma ancora oggi aggiunge: sulla base "anche di alcuni riscontri".

Frase rinforzata dalla successiva: Tortora venne rinviato a giudizio "per mille altre ragioni".

Di Tortora sono stato amico. Conservo tra le mie cose più care una sua lettera, scritta quando era detenuto nel carcere di Bergamo: "Hai puntato su di me, subito. Vincerai la tua 'puntata' ", mi scrisse. Ce l'abbiamo fatta, in effetti, a vedere quella vincita; a prezzo, giova ricordarlo, della sua vita. Mi consento un inciso: se a suo tempo firmai con tutta la determinazione di cui ero capace il referendum dei radicali per la responsabilità civile dei magistrati, e se con eguale determinazione firmo e invito a firmare i referendum radicali per i quali si stanno raccogliendo le firme in questi giorni, è proprio nel ricordo del calvario patito da Enzo. Chiuso l'inciso.

Ho seguito fin dall'inizio il caso Tortora, e anni fa, tra l'altro, per conto del TG2 per cui lavoro realizzai un dossier sulla vicenda Tortora. Intervistai una delle figlie di Enzo, Silvia. Trascrivo la breve intervista che mi sembra estremamente significativa:

Quando suo padre venne arrestato, oltre alle dichiarazioni di Pandico e Barra, poi risultate false, cos'altro c'era?

"Nulla".

Suo padre è mai stato pedinato, per accertare se davvero era uno spacciatore, un camorrista?

"No".

Intercettazioni telefoniche?

"Nessuna".

Si è mai verificato a chi appartenevano i numeri di telefono trovati su agende di camorristi, e che qualcuno diceva fossero di suo padre?

"No".

Il Pubblico Ministero Diego Marmo ha definito suo padre "cinico mercante di morte". Su che prove?

"Nessuna".

Suo padre è stato accusato di essersi appropriato di fondi destinati ai terremotati dell'Irpinia. Su che prove?

"Nessuna".

Di grazia: quali sono i riscontri e "le mille altre ragioni" cui fa cenno il dottor Fontana? Enzo Tortora è stato arrestato il 16 giugno 1983. Sedici anni dopo si avrebbe il diritto di saperlo.

Valter Vecellio

Inviato del TG2

 
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