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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Paolo - 12 settembre 1999
TIMOR E DOVERE DI INGERENZA
In capo a chi sorge il dovere di intervenire per almeno far cessare massacri quali quelli in corso a Timor est?

L'ONU continua ad appellarsi all'Indonesia a che accetti l'intervento.

La costituzione di un tribunale ad hoc comporterebbe una sterzata assai pericolosa rispetto al percorso del Tribunale internazionale permanente, e soprattutto ci vorrebbe molto tempo, magari piu' tempo di quanto ne comporterebbe l'esplicarsi di una volonta' di ratifica del Tribunale permanente. Ma poi, la istituzione di un Tribunale ad hoc servrirebbe a giudicare il gia' compiuto, i massacri gia' consumati.

Occorre un intervento immediato.

Ne esistono le condizioni giuridiche? Il punto non e' tanto questo, credo.

Il diritto, come il dovere, di ingerirsi in questioni che si dicono pertenere alla competenza, alla potesta' e al potere delle autorita' dei singoli stati non esiste in astratto, ma in base ad un diritto oggettivo - qualora esista.

Diritto di ingerenza? Dovere di ingerenza? Sono locuzioni che sembrano non avere molto senso, se non si guarda invece in primo luogo alla assenza dell'ordinamento giuridico, alla assenza del DIRITTO DELLA INGERENZA, sulla base e secondo il quale possa esercitarsi il diritto, il dovere o il diritto/dovere di ingerenza.

Il sistema delle Nazioni Unite fa acqua da tutte le parti. Il diritto della ingerenza va costruito, e come ogni ordinamento giuridico si instaura anche in via di fatto. Occorre subito, ora, che si intervenga con la forza a Timor est in via di de iure condendo.

Altrimenti il diritto internazionale rimane una costruzione astratta che trova fondamento nella propria astrattezza e astrazione; altrimenti, le persone continueranno ad essere massacrate, e i massacratori continueranno ad essere premiati. Con il rischio che pure la istituzione e il perfezionamento del Tribunale internazionale permanente non cambi poi di molto la situazione.

 
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