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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Claudio - 12 settembre 1999
TIMOR EST, "due pesi e due misure". Ma da parte di chi? La domanda è interessante proprio oggi che l'indonesia ha accettano le pressioni occidentali per una forza di pace internazionale a timor est.

Paolo Pietrosanti ha ragione: é necessario un "diritto dell'ingerenza" che si nasca de iure condendo. Però il suo discorso ha qualche debolezza nello strumento di questo "diritto dell'ingerenza", ovvero nel sistema delle Nazioni Unite.

Mi spiego e ahimè mi tocca iniziare il mio discorso dai pacifisti. Per Timor est la sinistra pacifista e la curia vaticana (i monsignor Tauren e i cardinal sodano) chiedono a gran voce l'intervento armato (qualcuno si era spinto a dire con o senza il consenso del regime indonesiano). Badate, un intervento armato che dovrà garantire l'indipendenza di timor est dall'indonesia (cosa assolutamente sacrosanta visto che così vuole la grande maggioranza dei cittadini). Costoro vogliono l'intervento armato anche se non risulta che il popolo di timor est sia rappresentato da governi e partiti democraticamente insediati.

Perché sottolineo questi fatti? Perché per il kosovo costoro (sempre la sinistra pacifista e i cardinal sodano) non erano decisamente ostili ad un intervento armato per non aveva come obbiettivo l'indipendenza del kosovo (sebbene un referendum anche lì abbia dato lo stesso risultato timorese), ma il rispetto degli elementari diritti umani degli albanesi mussulmani del kosovo; costoro erano contro l'intervento sebbene i kosovari fossero rappresentati da istituzioni e classe politica decisamente più rappresentativa degli omologhi di est timor.

Perché costoro erano contrari all'intervento armato in kosovo? Certamente perché quello in Kosovo era un intervento Nato. Già, ma come ha spiegato oggi la spinelli su La Stampa, proprio l'assenza di una struttura sovranazionale di difesa e politicomilitare come la Nato in asia rende ben più complesso un intervento armato (specialmente qualora non ci fosse stato il consenso del governo e dello stato maggiore indonesiano). Non si può certamente improvvisare una forza multinazionale militare. In assenza di strutture integrate regionali quali la Nato appare evidente che qualsiasi intervento armato diventa una farsa degna delle nazioni unite. Dunque pacifisti e certi cardinali hanno qualche contraddizione seria da affrontare, come si diceva un tempo: se vogliono interventi armati a timor o in altre regioni asiatiche devono chiedere la creazione locale di nuove Nato; se non lo fanno sono i soliti cialtroni. Io che non sono pacifista né tanto meno cardinale sodano penso invece che la tragedia di timor est possa for

se portare a qualcosa di positivo (con rispetto delle migliaia di vittime dei nazisti indoensiani), ovvero proprio la nascita di un embrione di Nato regionale del sud est asiatico e del sud pacifico guidata dall'australia.

Ma il discorso reazionario di pacifisti e e di certi cardinali ci porta dritti dritti al problema di pietrosanti. Le nazioni unite, strutturalmente, non possono garantire il rispetto dei diritti umani né le democrazie occidentali possono realisticamente pensare di delgare loro l'uso della forza seppure per scopi umanitari. La ragione é ovvia: nell'onu ovviamente ci sono (e anche con potere di veto) le dittature. Che facciamo? Dipendiamo sempre e comunque dalle decisioni di regimi dittatoriali per al tutela delle popolazioni imermi e dei diritti civili? Ovviamente é necessario battersi per la democratizzazione di tali regimi. In attesa, però, sono necessarie altre istituzioni (come ad esmpio la Corte penale internazionale) e organizzazioni regionali sovranazionali modello Nato e modello Ue in giro per il pianeta, dall'america latina all'asia sudorientale. Sono necessarie proprio quelle organizzazioni che tanto pacifisti e certi cardinali hanno in odio.

Detto per inciso, quelle ed altre organizzazioni regionali sovranazionali sono necessarie anche per un altro motivo: per affrontare le crisi economiche e sociali regionali. Vorrei far notare come l'indonesia sia nel crogiuolo della crisi da quando scoppiò la crisi asiatica (e detto per inciso paul krugman, il noto economista liberale, ha recentemente sottolineato come ci siano ancora molti motivi di preoccupazione per lo sviluppo e la stabilità economica globale nonostante l'apparente superamente della crisi economica mondiale). Qui il discorso sarebbe lungo e non voglio tediare nessuno (né certi sinistri da strapazzo in servizio pacifista filonazista permanente né i carissimi amici neoliberisti) ma forse la creazione di organismi e di spazi economici regionali potrebbe servire ad evitare nuove crisi economiche e finanziarie.

Un ultimo punto: ho un piccolo sospetto: sinistra pacifista e cardinali di curia alla sodano e alla tauren erano contrari all'intervento in tutela dei kosovari e sono favorevoli all'intervento a tutela dei timoresi dell'est per una semplice ragione, i primo sono mussulmani (e quindi é giusto che siano purificati, secondo costoro) i secondi sono cattolici oltretutto in una regione a forte presenza islamica, induista e buddista e quindi, dopo il martirio, devono essere tutelati. A proposito ma nessuno nella efficientissima diplomazia di monsignor tauren e nell'ancora più efficiente compagna di gesù (così presente in forze a timor) aveva previsto che, senza la presenza prima del referendum, di una forza internazionale di pace, si sarebbero scatenate le milizie naziste? Non sarà che qualcuno in vaticano ha ben pensato di sfruttare timor est e la sua popolazione per farne il popolo martire e la chiesa martire dell'asia? Come dice uno che di curia se ne intende, a pensar male si può essere maliziosi ma spesso ci s

i azzecca. Cordiali saluti.

 
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