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Gorizia: Pipi, Bianchini-De Santis-Orzan. Doveri civici e nemici della partecipazione

Gorizia, 24 ottobre 2008

• Dichiarazione di Pietro Pipi, segretario associazione Radicale Gorizia - Trasparenza e' Partecipazione

Come andiamo dicendo da tempo e come testimoniato dalle recenti vicende del

difensore civico e delle mense, a Gorizia, come nel resto del Bel Paese, vige un regime partitocratico, ovvero un sistema di potere incentrato sui partiti che invade tutti i campi della convivenza e limita la libertà. I partiti decidono tutto e soprattutto si spartiscono tutto: poltrone, concorsi, consulenze, pensioni, informazione, salute, appalti. Se non fosse stato per l'intuizione di Bellavite, il Difensore Civico se lo sarebbero già spartito ma pur di non spezzare la logica clientelare da mesi e' tutto fermo; con buona pace di quei poveri 28 cittadini che avevano inviato il curriculum illusi che la scelta sarebbe dipesa dal merito. Ma veniamo all'oggi, veniamo ai 5 referendum consultivi comunali che Radicali e Verdi del giorno stanno portando avanti. Certo molti di noi temevano che la campagna referendaria  avrebbe reso ancor più accentuata la nostra solitudine ma anche più manifesta la  difficile condizione in cui versa il panorama politico goriziano. Tuttavia la sorpresa non e' che il centro-destra si dimostri insensibile

ad iniziative di partecipazione popolare diretta, come dimostrato dalla vicenda mense in cui I genitori sono stati e sono turlupinati, ma che lo sia il centro-sinistra e che lo sia in modo fascista giacché vari esponenti dell'opposizione si affasciano con quelli della maggioranza contro la partecipazione ed il libero esercizio di uno strumento democratico: il Referendum. Limitiamoci ai fatti:

nei mesi scorsi abbiamo registrato che l'esponente del PD e  portavoce dell'opposizione Portelli ritiene inutile lo strumento referendario (inutile a lui forse), ed ora i consiglieri Bianchini, De Santis ed Orzan scelgono di non favorire una iniziativa come la raccolta firme negandoci di autenticare le firme. Ma attenzione sabato questi campioni della democrazia autenticano in città al gazebo dell'Italia dei Valori, noi abbiamo un tavolino sgangherato attaccato, a

pochi passi ma  hanno avuto la protervia di dire no. Una scena esemplare nei suoi tratti paradossali della cialtronaggine di questi paladini del diverso. Questi

signori vivono una prerogativa degli eletti come un privilegio della casta e non come  un servizio a cui sarebbero obbligati. Perché questi campioni della difesa

degli ultimi, questi esponenti della sinistra progressista e comunista di Gorizia hanno trovato normale rendersi disponibili per autenticare le firme del lodo Alfano mentre per i referendum consultivi: GIAMMAI!?  La decisione di questi consiglieri di autenticare le firme per alcuni referendum, e non per altri, è particolarmente grave e bisogna denunciarla. La legge è abbastanza chiara, il ruolo dei consiglieri ai banchetti non è politico ma super partes, non devono essere d’accordo sull’iniziativa anzi è meglio che siano contrari. Chi è disponibile deve esserlo per tutti o per nessuno, ma è escluso che lo sia solo per alcuni, o peggio che ognuno sia disponibile solo per i propri iscritti o simpatizzanti, per i propri amici. Così si comportano le cosche non i partiti politici!Nella realtà, non essendoci sanzioni o possibilità oggettive di verifica, succede che a parole siano disponibili per tutti ma alla fine fanno "il favore all'amico" invece di rendere omaggio ad un dovere civico. Quello che resta da capire e' se queste sono posizioni isolate di singoli o se sono linee politiche generali del PD e di Rifondazione Comunista. Va chiarito ai cittadini cosa intende il PD quando parla di apertura a forze esterne e nuove; cosa intendono per sostegno alle iniziative dal basso? Pensano davvero che ostacolare la raccolta firme sia utile per allargare la loro base di consenso e la piattaforma del dialogo politico in città?

Alla luce di questa ottusità la nostra riconoscenza va agli unici 3 consiglieri De Gironcoli, Marincic e Bellavite ed a due Presidenti di quartiere: Stabon e Brescia  che, senza per questo aderire politicamente all'iniziativa, hanno onorato la nobile funzione cui sono stati chiamati mettendo a disposizione il loro tempo per certificare la correttezza della nostra raccolta. Rivolgiamo quindi un appello a tutti i consiglieri di maggioranza ed opposizione di seguire l'esempio di questi pochi politici locali in modo da aiutare noi ma soprattutto per aiutare se stessi contribuendo allo sviluppo democratico della città ed a favorire la più ampia partecipazione dei cittadini alla res-pubblica.

 



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