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Gorizia: bocciati i referendum comunali. Pietro Pipi: “Alla base un grosso conflitto di interessi”.

Gorizia, 18 gennaio 2009

"Tutto come da copione". Si dice amareggiato ma non sorpreso Pietro Pipi, segretario dell’associazione radicale “Trasparenza è Partecipazione” di Gorizia, uno dei proponenti i quesiti referendari comunali appena bocciati dal comitato dei Garanti.

"Nella pubblica amministrazione anglosassone esiste la nobile figura del civil servant, ovvero di quegli alti funzionari che, indipendentemente dalla maggioranza di governo, rispondono solo e innanzitutto alla legge ed ai cittadini.

I fatti ci dicono che a Gorizia si rischia che rimangano solo i "servant", ovvero gente che non risponde ai cittadini ma ai partiti".

"Mi assumo la responsabilità di definire il comitato dei garanti un gruppo di sicari politici che per motivi privati attenta indisturbato al diritto dei cittadini di partecipare alle scelte della vita sociale e politica della propria collettività.".

Proviamo a spiegare perché i referendum non si sono mai fatti né mai si faranno con questa classe politica locale; proviamo a spiegare il conflitto di interessi che lega la giunta comunale con un Difensore Civico nominato e non eletto dai cittadini che siede anche nel comitato dei Garanti per i Referendum, con un Segretario Comunale che è anche Direttore Generale ma anche membro del Nucleo di Valutazione della Dirigenza e se non bastasse membro anch'esso del comitato dei Garanti; e con Lucio Gregoretti sindacalista e ex-assessore nominato, senza merito; come membro esterno del fantomatico Nucleo di valutazione della dirigenza.

Se si fa luce su questo intreccio di nomine, poltrone e ruoli si capirà forse meglio perché come Radicali da anni ci battiamo da soli contro tutti i partiti di destra e di sinistra per smantellare, attraverso l'elezione diretta del difensore civico, questa lottizzazione del pubblico.

Alla luce di questi inciuci in salsa goriziana e considerata la mentalità aziendalistica dell'attuale maggioranza si capisce che il Referendum, come ogni altra forma di partecipazione popolare, è da ritenersi un nemico del regime non solo perché fa esprimere i cittadini ma soprattutto perché è una spesa utile alla democrazia ma inutile per la partitocrazia.

Infatti se il Comitato dei Garanti, dove siedono dei soggetti nominati tra cui per l'appunto il Difensore Civico ed il Segretario Comunale; riesce ad impedirne l'esercizio allora il Sindaco attraverso il Nucleo di Valutazione, nella sua composizione anti-meritocratica, potrà pagare con i soldi risparmiati i premi

produttività, meglio sarebbe chiamarli premi obbedienza, a quei dirigenti che, secondo questa logica perversa, non fanno spendere soldi inutilmente".

Ecco spiegato questo gioco delle parti che vede come unica vittima i cittadini onesti.

"Non ci siamo mai fatti illusioni; chiedevamo ai cittadini di esprimere un parere circa l'utilità di questo Comitato e per tutta risposta i tre componenti il Comitato invece di astenersi in quanto parte in causa hanno pensato bene di eliminare il problema alla radice mettendo il bavaglio ai cittadini.

"Ormai non è più il tempo di appellarsi al senso di responsabilità di sindaco, maggioranza, opposizione. La attuale classe politica è responsabile dello stato fallimentare in cui siamo ridotti ed è in qualche modo comprensibile che da essa non venga nulla di buono.

Davanti alla tracotante protervia del regime i cittadini onesti devono smetterla di lamentarsi, bisogna alzare la testa e scendere in strada decidendo magari di partecipare con noi al corte funebre che organizzeremo per depositare nelle mani del Segretario comunale e del comitato dei Garanti le oltre 500 firme dei restanti quesiti referendari che riguardano, ironia della sorte, l'elezione diretta

del difensore civico e l'introduzione della delibera di iniziativa popolare a Gorizia.



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