I giorni 6 e 7 giugno prossimo ci sarà l'election-day con le elezioni amministrative ed europee; non ci sarà , però, il referendum Segni-Guzzetta sulle legge elettorale porcata leghista sottoscritto da oltre ottocentomila cittadini italiani. Probabilmente verrà spostato alla domenica successiva, inserendolo tra i due turni delle amministrative con il risultato di mandare alle urne gli italiani per tre domeniche di fila facendo spendere ai contribuenti oltre 400 milioni di euro extra. L'obiettivo è evidente: fare in modo che non si raggiunga il quorum e che il referendum, che non piace alla Lega, non sia valido.
Così i leghisti, i virtuosi della spesa, per farsi gli affaracci propri non esitano ad affossare ancora di più il bilancio dello stato.
Il referendum si sarebbe potuto tenere tranquillamente i giorni 6/7 giugno. L'obiezione formale è che, facendo il referendum durante le elezioni si "confondono gli elettori".
Vale la pena ricordare che, nelle recenti elezioni americane per il Presidente, si sono svolti in 36 stati USA ben 153 referendum complessisi su i più svariati argomenti. Forse gli americani sono più intelligenti degli italiani? La verità è che i referendum non s'hanno più da fare ne ora ne mai, né in Italia nè a Gorizia. In Italia a tagliare la lingua ai cittadini che vogliono esprimersi ci pensa il Governo con la Lega, a Gorizia ci pensa il Comitato dei Garanti. Stesso riflesso antropologico!
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Lorenzo Cenni 348-3237935