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RU486, Viale: scelta ideologica ostile solo in Veneto e Lombardia.

23 febbraio 2010

Intervenendo a Radio Radicale, Silvio Viale ha detto che “non c’è bisogno di nessuna scelta ideologica, basta applicare la 194” e, replicando alle minacce di galera di Maurizio Gasparri, ha rassicurato il senatore che non finirà in galera e che continuerà a fare bene il proprio lavoro al S.Anna di Torino.

 

http://www.radioradicale.it/scheda/298147/intervista-a-silvio-viale-su-regioni-e-ru486

 

Silvio Viale ha spiegato:

“Toscana, Emilia-Romagna, Trento e Piemonte hanno solo confermato quanto hanno fatto in questi anni. Solo Lombardia e Veneto vogliono costringere i medici e le donne al ricovero coatto, ma vedremo per quanto riusciranno a far stare le donne in ospedale senza necessità cliniche o legali, essendo chiaro che la 194 non decade in Lombardia e in Veneto. Diverso è il caso della Toscana, che si adeguò all’ordinanza di Storace sul ricovero ai tempi della sperimentazione torinese, pur sapendo che ben poche donne sarebbero rimaste in ospedale, come in effetti è accaduto.

Poiché la sostanza non cambia, non dovendo essere una scelta ideologica, è naturale che a Torino io abbia proposto di mantenere entrambe le possibilità per rivalutare la questione tra alcuni mesi, dopo un congruo numero di casi. Mi pare che altre regioni stiano seguendo questo indirizzo di buon senso. Al contrario, coloro che vogliono il ricovero coatto sono gli stessi che non volevano la RU486 e ora ne fanno una questione ideologica come scelta ostile.

Per 10 anni sono stato un punto di riferimento per la RU486 in Italia e voglio rassicurare Gasparri e Roccella che, non dovendo prendere alcuna aspettativa, continuerò a fare bene e al meglio il mio lavoro nell’interesse esclusivo delle donne qualunque cosa cercheranno di impormi. Valuterò con interesse il quarto parere richiesto al Consiglio Superiore di Sanità, anche se composto da persone non esperte in aborti, tanto meno in aborto medico con la RU486. Un nuovo parere, però. Potrà essere l’occasione per cancellare l’onta del secondo parere, quello commissionato da Storace nel 2005, che per troppo zelo finì per affermare l’impossibile e cioè che la donna dovrebbe essere “trattenuta” in ospedale: utile ricordare, a chi sarà giunto a questo punto nella lettura, che nessuna donna è mai stata denunciata per avere lasciato l’ospedale dopo l’assunzione della RU486. Quindi, una sola avvertenza ai nuovi membri del CSS: che si leggano la 194 e non si fidino delle strampalate interpretazioni di Gasparri e di Roccella.”

 

Torino, 23 febbraio 2010

 

(Silvio Viale 339.3257406)


 



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