Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 26 apr. 2024
  cerca in archivio   NOTIZIE
Piemonte, Manfredi: si faccia piena luce sulle firme di Rabellino, ma Cota non può ergersi a campione di legalità
Cota ha in coalizione Michele Giovine che, nonostante abbia raccolto nel 2005 in modo irregolare buona parte delle firme, è rimasto in Consiglio Regionale per cinque anni

10 marzo 2010

Dichiarazione di Giulio Manfredi (capolista della Lista Bonino-Pannella a Torino e Cuneo):

 

I radicali, che hanno posto sul tappeto non da tre giorni ma da tre mesi la questione della legalità di queste elezioni regionali, non possono che associarsi alla richiesta alla magistratura, espressa da Roberto Cota, di fare piena luce sulla regolarità delle firme apposte sotto le liste di Renzo Rabellino (si tratta di migliaia di firme, tra cui, da notizie stampa, anche quella di Luciana Litizzetto, che avrebbe addirittura sottoscritto due liste, cosa vietata dalla legge). Ricordo che una settimana fa la lista Bonino-Pannella ha presentato un esposto nei confronti di una delle liste di Rabellino, “Alleanza per Torino Nuova Libertà”, per l’evidente possibilità di confusione con la lista civica “Alleanza per Torino”.

 

Ciò premesso, ricordiamo che il Cota che strepita contro Rabellino è lo stesso Cota che ha accolto nella sua coalizione quel Michele Giovine che, nonostante abbia raccolto nel 2005 in modo irregolare buona parte delle firme, è rimasto in Consiglio Regionale per cinque anni, ricattando con i suoi ostruzionismi strumentali sia la maggioranza che l’opposizione (e dobbiamo ringraziare anche di questo il governo Berlusconi che, con legge n. 61 del 2004, depenalizzò la falsificazione delle autenticazioni delle liste elettorali e di candidati; la Corte Costituzionale, con sentenza n. 394/2006, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di alcune parti della legge 61/2004).

 

E ancora: il Cota che strepita contro Rabellino è lo stesso Cota che, nominato il 4 gennaio 2005 sottosegretario di Stato alle Attività Produttive, attese ben due mesi (lettera di dimissioni presentata il 9 marzo 2005, in piena campagna elettorale) prima di dimettersi da consigliere regionale, mentre avrebbe dovuto farlo entro il 14 gennaio 2005 (art. 4 e 6, L. 154/81: “Le cariche di … Ministro e sottosegretario di Stato …sono incompatibili con la carica di consigliere regionale …La cessazione dalle funzioni deve avere luogo entro dieci giorni dalla data in cui è venuta a concretizzarsi la causa di incompatibilità”).

 

Solo i radicali denunciarono a suo tempo, e non a babbo morto, i casi Giovine e Cota: http://www.associazioneaglietta.it/ghiglia-cota.html
 



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail