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Regionali Toscana, intervento di Giulia Simi: il comparaggio di Stato

23 marzo 2010

La sanità assorbe buona parte del bilancio regionale, oltre il 70%, facendo dei governi locali delle grandi ASL e AOSU (Firenze, Siena, Pisa e Meyer pediatrico)
E' chiaro che ciò le conferisce un indiscutibile peso strategico nelle scelte politiche. Forse non è un caso che nelle due precedenti legislature il presidente della regione Toscana sia stato prima assessore alla sanità, situazione che si confermerà con molta probabilità anche nella prossima legislatura. 
E' vero che in Toscana da un punto di vista contabile non c’è nulla da eccepire.
Ma siamo sicuri che questo corrisponda a più salute per i cittadini?
Sicuramente serve un sistema più trasparente, e le scelte devono essere fatte in base a criteri meritocratici e non per appartenenza politica.
D’altra parte il buon bilancio della sanità in Toscana non ha risolto il grave problema delle liste di attesa (ad esempio per gli esami diagnostici ), ma soprattutto si sono attivati meccanismi di premi che a lungo termine potranno avere conseguenze sulla salute delle persone.
E' grave, secondo me, la scelta di incentivare i medici di base a risparmiare sia sulle analisi sia sul budget delle spese farmaceutiche attraverso un sistema di premi, che può arrivare ad incrementare di circa il 10% i 130.000 euro di guadagno annuale di un medico di base.
Questi meccanismi aumentano la probabilità che gli esami utili ai fini della prevenzione non vengano fatti (si sono già registrati casi di rifiuto di esami con patologie in forma acuta in atto) e a lungo termine anche il famoso bilancio Toscano della sanità ne avrà delle conseguenze. E' spontanea la domanda: costa più un malato cronico o un esame diagnostico che potrebbe evitare l'evento?
Eventualmente il problema di come evitare il ricorso ad esami inutili oppure la somministrazione di medicinali superflui si risolve migliorando la cultura medica con corsi di formazione e di aggiornamento, perché l'appropriatezza delle prescrizioni può derivare solo da una cultura diversa e da una conoscenza moderna e finalizzata alle diagnostiche specifiche.
Ma i corsi di formazione e di aggiornamento in qualsiasi campo, non solo in campo medico, devono essere ripensati; sicuramente devono essere fatti da persone scelte con criteri meritocratici e sottoposti a effettivi criteri di verifica. E' evidente che l’ECM (educazione continua in medicina), nata da un'idea positiva, si è rivelata poi un grande mercato; infatti sono nati come funghi servizi che danno crediti a pagamento.
Quindi bisogna denunciare a chiare lettere questo “comparaggio di Stato†perché il medico operi sempre in “scienza e coscienzaâ€.
 
Giulia Simi

Candidata della lista Bonino-Pannella 



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