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Piemonte, Manfredi e Boni: Cota ci accusa di arroganza? ma il suo capo Bossi non è quello del "meglio Milosevic che culosevic?"
Dichiarazione di Giulio Manfredi e di Igor Boni (capolista della Lista Bonino Pannella a Torino)

28 marzo 2010

 

 

Il mondo alla rovescia: all’inizio di questa campagna elettorale, i radicali di Milano sono stati accusati da Formigoni di avere manomesso le sue firme e i radicali di Roma sono stati accusati dagli esponenti PDL di aver impedito con la violenza la presentazione della loro lista. Al termine della campagna, il candidato leghista alla carica di governatore del Piemonte, Roberto Cota, accusa i radicali piemontesi (assieme alla Bresso e alla Bonino) di essere degli arroganti per aver organizzato un “filo diretto” della sua avversaria, Mercedes Bresso, con gli ascoltatori di Radio Radicale. Iniziativa consentita dalla legge – essendo Radio Radicale organo di partito – e di cui, peraltro e per esempio, nella stessa giornata di ieri, ha usufruito l’esponente del centro-destra Marco Taradash.

 

A proposito di vera arroganza (con ignoranza annessa), ricordiamo che il capo di Cota – che ha dichiarato con orgoglio di tenere di notte un block-notes sul comodino così da non dimenticare nulla delle telefonate notturne del suo leader maximo – è quell’Umberto Bossi che esattamente dieci anni fa, il 13 aprile 2000, in un comizio per le elezioni regionali di allora, così si espresse:

“Per me la Bonino è nessuno. L’unica cosa che mi dispiace è che il Nord abbia la memoria così corta da non ricordare chi erano Pannella e la Bonino. Loro gridano continuamente “Milosevic, Milosevic”. Per me è meglio Milosevic che Culosevic; è una cosa che ho detto a Pannella ...” (fonte Adnkronos)”.

 

Cota pende dalle labbra di da chi prendeva posizione - ancora nell’aprile 2000, solo sei mesi prima della sollevazione popolare che avrebbe riportato la democrazia in Serbia – a favore del criminale di guerra serbo Slobodan Milosevic, responsabile di quattro guerre di aggressione nei Balcani, giudicato poi dal Tribunale dell’Aja e morto in prigione nel 2006. E Bossi utilizzava Milosevic per fare propaganda omofoba.

 

Noi non dimentichiamo; speriamo che altri non dimentichino.

 

 

 

 

 

Manfredi (348/5335305)

 



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