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Caso Scajola, Boni e Pisano: il rilancio del nucleare in Italia era stato affidato a un totale incapace o a persona in malafede.

7 maggio 2010

Igor Boni (segretario Associazione Radicale Adelaide Aglietta) e Nathalie Pisano (comitato nazionale Radicali Italiani):

Nella ridda di dichiarazioni successive alle dimissioni di Claudio Scajola vorremmo inserire questa piccola riflessione: il rilancio del nucleare in Italia era stato affidato da Berlusconi a una persona o chiaramente inadeguata (per usare un eufemismo) o chiaramente in malafede. Perché non può essere che un totale incapace o un bugiardo con poca fantasia chi afferma, come ha fatto Scajola: “Se dovessi acclarare che la mia abitazione fosse stata pagata da altri senza saperne io il motivo e il tornaconto, i miei legali eserciteranno le azioni necessarie per l’annullamento del contratto” (“La Stampa”, 5/05/10).

Il problema è che questa persona, se non fosse scoppiato lo scandalo della casa ‘vista Colosseo’, avrebbe avuto forte voce in capitolo nella scelta dei siti nucleari e del malaugurato rilancio del nucleare all’italiana; decisioni queste nelle quali non entravano in gioco rogiti notarili e assegni circolari ma soprattutto la sicurezza (quella vera, non quella di cui si riempie la bocca la Lega) di milioni di persone in tutta Italia e alcune decine di miliardi di euro che non abbiamo.

E’ un episodio utile a tutti i cittadini per comprendere appieno il livello di chi ci governa e, allo stesso Governo, per ripensare completamente questa strategia senza via d’uscita: la scelta nucleare è troppo rischiosa per rassegnarci alla legge italiana del “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato”. A partire da Scajola.

 



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