Qualcuno vorrebbe farci credere che la vicenda Claps sia circoscritta al coinvolgimento di Danilo Restivo, invocando una “riconciliazione”, che non può essere figlia di veritĂ di comodo o meglio di mezze veritĂ . E questo mentre il prode sindaco Vito Santarsiero, si dice preoccupato per il danno d’immagine che la vicenda sta infliggendo alla cittĂ di Potenza. Il buon Sindaco, a mio avviso, farebbe bene a preoccuparsi dell’intollerabile tasso di corruzione ambientale che a tutti i livelli ammorba il capoluogo di regione.
La domanda che tutti dovremmo porci è la seguente: come è potuto accadere che per 17 anni il corpo martoriato della povera Elisa sia rimasto “nascosto” nel cuore di Potenza, all’interno di una chiesa? La vicenda Claps emana un olezzo di omertĂ . La vicenda Claps, come altre vicende che hanno segnato la storia di questa regione, è fatta di connivenze e complicitĂ scomode. Il Sindaco di Potenza si e ci risparmi difese d’ufficio e piuttosto guardi in faccia le anime morte che sono state protagoniste di questa squallida e triste storia. Si convinca il buon Santarsiero che il perverso intreccio di poteri, che caratterizza da troppo tempo la vita di questa regione, non può produrre niente di buono. La mentalitĂ del ceto dirigente e di certi sedicenti opinionisti, che amano scrivere libri sulla massoneria, è quella tipica degli uomini d’onore e degli amici degli amici. Solo che di onore in certi editoriali ce n’è davvero poco.
Il caso Claps su Il Quotidiano della Basilicata