Â
Di Maurizio Bolognetti, Direzione nazionale Radicali Italiani
Può il Senato di un paese democratico licenziare un disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche, come quello al vaglio della Commissione giustizia? Sì, se quel paese è l’Italia che abbiamo descritto in questi anni; l’Italia della “Peste italiana”, della sostanziale assenza di democrazia e del reiterato tradimento del dettato costituzionale; l’Italia attanagliata e stritolata dalla corruzione e dagli intrallazzi; l’Italia che è governata nelle sue periferie da comitati d’affare che trasformano le istituzioni in casini(quelli chiusi dalla legge Merlin); l’Italia che nega diritto, diritti e conoscenza al suo popolo.
L’ho detto e non posso che ribadirlo: il disegno di legge sulle intercettazioni, che le Camere potrebbero licenziare, rappresenta in linea di principio un attentato alla libertà di stampa, al diritto di cronaca, al diritto dei cittadini di poter conoscere per deliberare. Se la legge al vaglio della Commissione giustizia del Senato fosse stata in vigore qualche settimana fa, oggi nulla sapremmo di Anemone e soci, di case ed assegni. E così, mentre dal Greco(organismo del Consiglio d’Europa che si occupa di corruzione) al Saet(Servizio anticorruzione e trasparenza), dalla Corte dei Conti, che stima il costo annuo della corruzione in sessanta miliardi di lire, agli autorevoli organismi che si occupano del fenomeno corruzione, si racconta di una realtà italiana in cui i fenomeni corruttivi assurgono a sistema, lor signori hanno deciso di risolvere il problema, evitando che qualcuno possa raccontare. Chapeau! Geniale!!!