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Fin dai primi giorni del mio mandato ministeriale ho attribuito un’enorme importanza alla trasparenza e ho lavorato incessantemente affinché si affermasse come uno standard delle pubbliche amministrazioni. So bene come il rispetto pieno e diffuso degli obblighi di trasparenza sia anche un valido strumento di prevenzione e di lotta alla corruzione, renda visibili i rischi di cattivo funzionamento e consenta la comparazione fra le diverse esperienze amministrative.
Non a caso uno dei miei primi provvedimenti è stata la legge 69/2009 (Operazione trasparenza) grazie alla quale un cittadino, consultando la rete, può oggi conoscere curriculum vitae, retribuzione annua lorda, numeri telefonici e mail di ogni dirigente della Pa nonché il tasso di assenteismo dei lavoratori pubblici alle sue dirette dipendenze.
Dalla lettura dell’articolo di Guido Gentili (si veda Il Sole 24 Ore del 18 maggio) sembrerebbe invece che siamo ancora all"‘anno zero". Non si ricorda, invece, che in questi due anni abbiamo pubblicato online (sul sito del mio ministero www.innovazionepa.it) anche l’elenco - completo di nominativi, importo corrisposto e spiegazione sintetica dell’incarico affidato - di tutti i circa 500mila consulenti esterni della pubblica amministrazione, così come dei dipendenti pubblici che si sono visti attribuire da un qualsiasi ente un incarico di consulenza (con le relative remunerazioni e motivazioni).
Nell’ambito dell’Operazione trasparenza abbiamo anche pubblicato online l’elenco dei consorzi e delle società a totale o parziale partecipazione da parte delle amministrazioni pubbliche, così come previsto dall’articolo1, commi dal 587 al 591, della legge Finanziaria 2007. Questa banca dati (consultabile sui siti www.innovazionepa.it e www. consoc.it) contiene le informazioni riguardanti la misura della partecipazione, la durata dell’impegno, l’onere complessivo a qualsiasi titolo gravante sul bilancio a consuntivo dell’amministrazione, il numero dei rappresentanti dell’amministrazione negli organi di governo nonché il trattamento economico complessivo a ciascuno di essi spettante. Se solo si guarda al 2009, si tratta di 2.365 consorzi e 4.741 società partecipati dalle pubbliche amministrazioni con 24.713 rappresentanti negli organi di governo (a fronte di 1.785 consorzi, 3.356 società partecipati e 19.87o rappresentanti negli organi di governo emersi dalla rilevazione dell’anno precedente).
Appellandosi alla trasparenza, Gentili ha chiesto l’istituzione di un’anagrafe patrimoniale degli eletti. Vorrei ricordare che esiste già una legge (n. 441/1982 «Disposizioni per la pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche elettive e di cariche direttive di alcuni enti») che obbliga tutti gli eletti, a partire da quelli nei Comuni con più di 50mila abitanti, a dichiarare la propria situazione patrimoniale. Ogni cittadino può richiederne una copia agli uffici comunali, provinciali, regionali nonché a quelli di Camera e Senato. Nonostante al momento non esista alcun obbligo, molti enti già provvedono a inserire questi dati all’interno dei loro siti istituzionali. Per averne una riprova è sufficiente, ad esempio, andare su Google e scoprire che esistono circa 282mila occorrenze alla voce "redditi consiglieri comunali" nonché altre 300mila alla voce "redditi consiglieri regionali".
Ad ogni buon conto, sono talmente d’accordo con l’auspicio di Gentili che prendo l’impegno di studiare una forma di aggregazione delle comunicazioni patrimoniali degli eletti. Si potrebbe ad esempio creare un’apposita banca dati liberamente consultabile e accessibile dai cittadini, in maniera da rendere organico e facilmente fruibile l’accesso a informazioni la cui comunicazione, ripeto, è però già obbligatoria per legge sin dal 1982. Il tutto, ovviamente, in pieno accordo con il garante per la privacy.