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I fischi dei dipendenti di Palazzo Chigi contro Tremonti e Brunetta, il «no» di Regioni e Comuni, il gelo della barricata della Cgil, annunciata in diretta al Tg3 da Epifani, che non ha escluso lo sciopero generale.
Man mano che il governo svela le sue carte, Silvio Berlusconi prende atto che questo della manovra economica è sicuramente il passaggio più difficile che gli è toccato affrontare nella sua lunga carriera di governo. Più difficile, va detto, per le conseguenze dei rapporti con gli elettori e per la dura resa alla realtà della crisi, che ha cancellato tutt’insieme i messaggi rassicuranti diffusi fin qui dal premier. In apertura del Consiglio dei ministri, Giulio Tremonti è stato chiarissimo coni suoi colleghi: in tutta Europa sia i governi dei Paesi più in difficoltà come Grecia, Spagna e Portogallo, sia di quelli più preoccupati per quel che potrebbe accadere come Germania e Inghilterra, stanno mettendo a punto strategie di rigore, augurandosi che la stretta comune possa bastare e le mire degli speculatori si spostino dalla zona dell’euro. Sottovoce, poi, gli alleati europei si scambiano i timori più inconfessabili, come quello che dopo un’intera estate di turbolenze il sistema della moneta unica possa di nuovo trovarsi di qui a poco sotto attacco e in bilico.
Questo spiega anche la strategia di Berlusconi rispetto all’annuncio dei sacrifici e del permanere di un «rischio Grecia»: la prima battuta affidata a Gianni Letta lunedì sera è servita a ricentrare su Palazzo Chigi la titolarità della manovra, di cui tutti chiedono al premier di assumersi la responsabilità in prima
persona, accettando l’implicita smentita di se stesso e del suo precedente atteggiamento ottimista che i fatti gli impongono. La decisione di aspettare ancora a «metterci la faccia» è legata alla necessità di valutare bene il complesso delle reazioni prima di parlare.
Il Cavaliere è convinto che superata la prima fase difficile dell’accoglienza della manovra, l’opinione pubblica chieda soprattutto che la crisi venga affrontata e governata. Ed è a questo punto - ritiene - che un messaggio chiaro, che inquadri quel che sta accadendo nel contesto europeo e rivaluti gli aspetti positivi della nostra realtà , che hanno consentito fin all’Italia qui di reggere meglio di altri membri dell’Unione di fronte alla congiuntura, potrebbe servire a riconsolidare il rapporto tra il centrodestra e la sua gente.
Berlusconi, in altre parole, anche in un momento così complicato, punta ancora su di sé. È una scommessa molto azzardata.