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Un capolavoro assoluto, segregato, lasciato nell’incuria, tradito: è la «Tavola dell’Annunciazione» di Benozzo Gozzoli, ormai ferita a morte, tenuta chiusa in per otto anni uno scantinato dal Comune di Narni. Perché?
ELISABETTA ZAMPARUTTI
DEPUTATA RADICALE - COMMISSIONE AMBIENTE
Benozzo Gozzoli è uno straordinario artista del ‘400, erede, forse anche allievo, di Beato Angelico. Prestò la sua arte alla potente famiglia fiorentina de’ Medici e ai Papi romani. Sue opere sono esposte in tutto il mondo. Il Vasari lo definì «di grandissima invenzione e molto copioso negli animali, nelle prospettive, ne’ paesi e negli ornamenti». Sul sito del museo a lui dedicato si legge che «la gente apprezzava la sua pittura allo stesso tempo colta e popolare». Affascina ancora oggi la raffinatezza nell’uso di materiali rari e preziosi: lapislazzuli per i fondali azzurri, lacche lucenti e foglie d’oro puro per brillare al buio o nella penombra delle candele. Ma non poteva immaginare il Gozzoli l’oscurità che sarebbe sopraggiunta a Nami dove realizzò, intorno al 1450 per la chiesa domenicana di Santa Maria Maggiore su commissione del Cardinale Eroli, la Tavola dell’Annunciazione. Oggi la si può vedere solo in copia. Per otto anni, l’originale è stato abbandonato dal Comune in uno scantinato su un cavalletto ai cui piedi rudimentali stracci bagnati fungevano da sistema di climatizzazione, ricoperto da polvere e segnato da screpolature che, come ferite di improvvidi interventi, rischiano di non cicatrizzarsi più. Il primo restauro risale al 1988, ad opera di Gianni Manuali, sotto la direzione della dottoressa Margherita Romano. Di fronte al manifestarsi di un grave e progressivo degrado, nel 2001 veniva deciso un secondo intervento affidato ai restauratori Gianni Manuali e Roberto Saccuman, sempre sotto la direzione della dottoressa Romano. Nel 2002 il degrado riaffiorava più virulento e grave e la tavola venne trasferita nella stanza del vescovado di Narni di proprietà del Comune.
Nel 2003 un privato, Giorgio de Lorenzi, era pronto a farsi carico dell’onere di un nuovo intervento di restauro, rifiutato però dalla città . Solo nel 2008 la Soprintendenza di Perugia stanziava trentamila euro per un nuovo restauro per il quale, il 29 dicembre 2009, veniva incaricata la ditta CBC di Spoleto. Ma dopo tre mesi l’opera era ancora segregata. Il 31 marzo con un’interrogazione parlamentare al ministro Bondi ho cercato di portare un po’ di luce in quello scantinato. Di lì a qualche giorno l’opera veniva «trafugata». Ricompariva il 20 aprile nel laboratorio della ditta CBC, nonostante le garanzie del Direttore Regionale Francesco Scoppola che l’intervento si sarebbe svolto a Narni, preceduto da una giornata di studio sull’Annunciazione, organizzata dall’Associazione «Amici di Benozzo Gozzoli» e presieduta dal professor Basile.
Il giallo del «trafugamento» è stato risolto ma restano molte domande: chi ha scelto i tecnici dei vari restauri? Con quali modalità furono realizzati? Cosa nascondeva la cassa chiusa fissata sul retro della tavola nel restauro del 2001? Chi decise di mettere l’opera nello scantinato e con quali precauzioni, quali controlli, ad opera di chi? Che ruolo hanno svolto i tecnici della Soprintendenza di Perugia? E’ vero che sono state eseguite pressioni per affidare nuovi interventi di manutenzione che mascherassero gli effetti del degrado? Perché l’Amministrazione non ha preso in considerazione l’offerta del privato? Chissà se il ministro Bondi ci aiuterà a chiarire le responsabilità e a liberare finalmente la luce dell’opera.